Ovs, le strategie per reagire all’emergenza Covid-19

Le previsioni per il 2020 sono molto difficili al momento, ma gruppo Ovs è certo che il calo delle vendite si prolungherà anche dopo il lockdown.
Dopo un 2019 nel quale Ovs è tornata, soprattutto nella seconda parte dell’anno, verso i livelli storici di profitto, con significativa generazione di cassa, il 2020 si è aperto nel segno della tragedia legata al Covid19. Gruppo Ovs ha messo in campo misure eccezionali per ridurre la diffusione del virus e garantire la sicurezza di clienti e dipendenti. La chiusura dei punti di vendita in tutto il territorio nazionale a partire dalla seconda settimana di marzo e il conseguente azzeramento delle vendite realizzate tramite negozi, ha poi richiesto ulteriori azioni straordinarie.

Fin dal primo giorno del mese di marzo il Gruppo ha istituito un team dedicato alla gestione dell’emergenza. Cinque le aree d’intervento individuate: affitti, personale, costi operativi, approvvigionamento merci e investimenti.

Affitti: rinegoziazioni e sospensioni
Attivate subito le interlocuzioni con i proprietari immobiliari con tre principali obiettivi: sospensione dei canoni almeno nel periodo di chiusura dei punti di vendita; rimodulazione in modo da renderli un costo variabile rispetto al funzionamento del negozio, a partire dal primo giorno di riapertura; e la revisione dei termini di pagamento.

Per il personale il Gruppo ha usato il fondo ferie maturato per poi passare alla cassa integrazione. Questo ha permesso di garantire le retribuzioni, comprimendo solo parzialmente nel breve gli esborsi finanziari. “È stato inoltre istituito un fondo di solidarietà finanziato dalle retribuzioni dei dirigenti -aggiunge Stefano Beraldo, ad di Gruppo Ovs- e destinato a chi dalla crisi è stato più colpito, come la famiglia di un giovane collega che purtroppo è mancato dopo due settimane di lotta contro il virus.

Le strategie per affrontare le conseguenze della guerra virologica scoppiata da noi il 21 febbraio 2020, partono dalla riduzione al minimo di tutti i costi ritenuti non necessari, sia a livello dei punti di vendita, sia più ampiamente aziendali (“corporate”) inclusi quelli dedicati al sostegno delle vendite. Ridimensionate anche le previsioni di investimento per l’esercizio in corso, riorganizzato il piano di immissioni di merce relativo all’autunno/inverno, comunque in diminuzione rispetto al precedente.

Previsioni
Ad oggi la visuale sull’impatto sulle vendite 2020 è ancora limitata. Ovs resta la catena retail più importante nella filiera del tessile abbigliamento in Italia, “e risulta tra quelle con i migliori margini e indici patrimoniali” aggiunge Stefano Beraldo. Ma la totale mancanza di incassi nel mese di marzo 2020 e il drastico calo registrato in aprile, per tacere della prevedibile riduzione anche nei primi mesi che seguiranno la fine del lockdown, “ci ha imposto misure di differimento dei pagamenti -prosegue Beraldo-. Tali misure sono state ben comprese, anche grazie alla forte credibilità di cui godiamo presso tutti i nostri fornitori. Il recente Decreto Liquidità rappresenta un valido supporto sotto il profilo finanziario e le interlocuzioni a tal riguardo sia con le istituzioni governative che con gli istituti bancari sono già ben avviate e vi sono già concreti segnali positivi”.

I ricavi per l’esercizio 2020 si ridurranno fortemente. Oltre ai quasi due mesi di interruzione è ragionevole attendersi una significativa contrazione anche post lockdown: più marcata sino all’estate e auspicabilmente più ridotta nella seconda parte dell’anno. Le azioni di contenimento costi, l’aiuto della cassa integrazione, gli sconti dai fornitori, uniti ai minori costi per servizi e affitti saranno i principali elementi a parziale compensazione della perdita di redditività.

“Per quanto riguarda la variabile finanziaria prevediamo una situazione molto legata al nostro modello di business -precisa Beraldo-. Nel breve termine subiremo l’impatto del cash-out relativo alle merci acquistate per la stagione primavera/estate e largamente invendute. Tale merce, mai vista dai nostri clienti quest’anno, verrà utilizzata nella prossima primavera estate, permettendoci di ridurre fortemente gli ordini e beneficiare di minori pagamenti dovuti all’acquisto della merce, avviando un favorevole impulso alla generazione di liquidità. La natura del nostro assortimento, solo in minima parte esposto alla volatilità della moda, unita alla nostra vocazione alla famiglia, ci saranno di grande aiuto. Dato il contesto approfitteremo anche per procedere ad un radicale ringiovanimento dello stock”.

Il 2019 ha registrato un forte recupero sotto tutti i profili. A una prima parte dell’anno caratterizzata da un calo di marginalità e da uno sfavorevole andamento climatico, è seguito un secondo semestre con un forte recupero di redditività, pur in presenza di un clima ancora non favorevole.

L’esercizio è terminato con vendite pari a 1.370 milioni di euro. In un mercato domestico ancora una volta in contrazione (-3,9%), è proseguito l’aumento di quota di mercato (ora all’8,1%). La lieve riduzione di vendite dell’anno (-1,5%), è stata principalmente frutto della strategia di minori immissioni di merce unitamente alla minor leva promozionale.

L’ Ebitda rettificato, pari a 156,3 milioni (12,1 milioni di euro in più rispetto al precedente esercizio), registra un recupero di 31 milioni nel secondo semestre rispetto al 2018 (+49% sullo stesso periodo dell’anno precedente).

Il risultato d’esercizio rettificato ammonta a 57,7 milioni, in aumento di 2,6 milioni rispetto al 2018.

La posizione finanziaria netta rettificata al 31 gennaio 2020 è pari a 309,9 milioni (302,3 milioni se si considera l’impatto positivo del mark-to-market di 7,6 milioni), rispetto a 375,8 milioni del 31 gennaio 2019, con una generazione di cassa di più di 65 milioni nell’anno e un progressivo deleverage che ha portato il ratio sull’Ebitda sotto 2 volte. Come atteso, il flusso di cassa nel secondo semestre del 2019 è stato particolarmente significativo: 104 milioni, contro i 52 milioni dell’analogo semestre dell’anno precedente.

Fonte: mark-up.it

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