Pessina e Walgreens, scalata alle farmacie Usa

Pessina, vice-presidente
e Ceo di Walgreen
Boots Alliance
, avrebbe
deciso l’acquisizione di AmerisourceBergen, un colosso
della distribuzione di medicinali
da 135 miliardi di dollari di fatturato. Le trattative che sono alle
fasi preliminari ma con una più
che concreta probabilità di essere
portate a termine in modo positivo. 

AmerisourceBergen (di
cui Walgreens già detiene il 26%) ha una capitalizzazione
di mercato di 19,6 miliardi di
dollari (quello di Walgreens è di
quasi 68 miliardi) e l’acquisizione
potrebbe consentire a Pessina
non solo di migliorare la redditività
del gruppo ma soprattutto
di metterlo al riparo dai nuovi
rischi di un settore  sempre più competitivo.
AmerisourceBergen è
uno dei maggiori distributori di
farmaci negli Stati Uniti e gode
di ottima salute; nell’anno fiscale
ha avuto profitti per 364,5 milioni
di dollari su un giro d’affari
di 153,1 miliardi. 

L’imprenditore
italiano-monegasco è
riuscito a trasformare grazie anche
alla stretta e ormai trentennale
collaborazione di Ornella
Barra
, imprenditrice e manager
genovese che oltre ad essere il Co-Chief Operating Officer di Walgreens
Boots Alliance è sua compagna
di vita, un distributore locale
di farmaci in uno dei giganti
mondiali del settore. Anche se
negli Stati Uniti il gruppo insegue
Cvs, la strategia globale di
Pessina ha portato Walgreens
Boots Alliance (la fusione tra la società americana e quella leader
in Europa è del 2013) ad essere
il leader mondiale, con una
presenza in undici paesi e l’ingresso in un mercato come quello
cinese, grazie a una partnership strategica
con il quinto più grande grossista
farmaceutico della Cina, Nanjing
Pharmaceutical
, nel 2013. 

ll primo a credere in se stesso
è del resto proprio lui, tanto che
il 15 gennaio scorso ha comprato
quasi 99 mila azioni del suo
gruppo per circa sette milioni e
mezzo di dollari. Anche questo
è un segnale che il rimescolamento
del settore non finirà qui,
sulla spinta del nuovo trend:
gruppi sempre più grossi, con
un numero smisurato di farmacie,
e alleanze ove possibile con
i colossi delle assicurazioni in
modo da poter intervenire anche
sui prezzi dei farmaci che
in America, a differenza dell’Europa, non sono fissati da una authority
statale bensì suggeriti
dalle aziende e poi stabiliti sulla
base di un accordo con i distributori
con una logica puramente
di mercato.  

Crescono anche
le dimensioni di ogni singolo
punto vendita: ormai simili a
ipermercati più che a banali farmacie.
Capofila in questo campo
è stato la Costco, che gestite
17 grandi magazzini in tutti gli Stati Uniti e un totale
di 780 farmacie, cui se ne aggiungono
98 in Canada, 37 in
Messico, una quarantina in
Gran Bretagna.

Tratto da La Repubblica

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