Supply Chain sostenibile? Con il digitale si può. Intervista a Simone Marchetti di Oracle

“Come hanno risposto le aziende all’accelerazione digitale generata dall’emergenza COVID? Molte hanno risposto bene, in particolare quelle del settore produzione, solitamente più attente al cambiamento” Simone Marchetti, Sales Development Manager, Digital Supply Chain Solutions di Oracle, ritiene che la spinta sull’e-commerce generata da un momento di difficoltà abbia giocato un ruolo importante anche nella supply chain. “Chiaro – sottolinea – che non tutte le imprese erano preparate ad affrontare il cambiamento, ma quelle che hanno a che fare con i processi produttivi si muovono in genere con maggior rapidità proprio perché sono pronte ad accogliere gli impatti legati all’innovazione di prodotto”.

Cosa serve alle imprese per non restare indietro e beneficiare delle tecnologie digitali?

Le aziende, di qualunque dimensione siano, devono essere agili, fare programmazione in tempi rapidi, sfruttando al meglio gli strumenti, anche digitali, che hanno a disposizione. Servono ovviamente degli abilitatori, come ad esempio il cloud che non solo consente di avere a disposizione applicazioni sicure, affidabili, aggiornate e scalabili a costi contenuti, ma permette anche di fare community tra gli utilizzatori per mettere a frutto le esperienze migliori. Costruire un ecosistema basato sull’economia digitale significa, a volte, avere la capacità di abbandonare la tradizione per sposare nuovi modelli di business, basati sulle informazioni disponibili. Oggi tutto questo è possibile grazie alle nuove tecnologie.

A quali tecnologie guardare con attenzione nella supply chain (e non solo)?

Partirei con il citare una tecnologia che sta diventando sempre più diffusa e abilita, come dicevamo, modelli di business basati sui dati: l’Internet delle cose, IoT. Grazie alla sensoristica, infatti, un’azienda può sapere con assoluta certezza cosa sta succedendo in tutte le fasi del processo end to end: dalla progettazione alla produzione, dalla distribuzione al post vendita, così da poter prendere decisioni in tempo reale. A questa si abbina sicuramente l’Intelligenza Artificiale, che viene impiegata per estrarre insight e permette di fornire un prezioso supporto alle decisioni, a tutti i livelli, dall’operatività alle decisioni strategiche. Noi di Oracle la utilizziamo anche nei nostri data center che possono “autoregolarsi” per rendere il più efficiente possibile il loro funzionamento. Per una supply chain sostenibile, poi, non possiamo non guardare alla Blockchain, che va a tracciare in modo sicuro le transazioni, garantendo la trasparenza che serve ai processi. Tutte le tecnologie citate, abbinate tra loro, migliorano non solo il processo produttivo ma anche la distribuzione, il trasporto, la logistica.

Innovazione fa quindi rima con sostenibilità?
Non sempre il digitale garantisce sviluppo sostenibile. Perché accada occorre che le aziende facciano le scelte giuste, aprendosi all’innovazione senza tralasciare gli aspetti legati alla sostenibilità ambientale, economica e sociale. Il peggior nemico delle imprese è l’incapacità di valutare il ritorno degli investimenti e il non saper dare il giusto valore alle spese sostenute per cambiare, migliorando, i propri processi.

Possiamo citare qualche caso aziendale di successo per la supply chain sostenibile?
Il primo che mi viene in mente e che ho seguito è quello di Marazzi Group, azienda modenese specializzata nella produzione e commercializzazione di lastre in grès porcellanato e ceramica. Qui abbiamo introdotto, grazie al cloud Oracle, un sistema di prenotazione dedicato ai trasportatori che oggi, invece di presentarsi aspettando il proprio turno e facendo coda, possono arrivare quando il carico è pronto. In particolare nel distretto della ceramica, la semplificazione dei tempi di attesa riveste un grande valore per l’organizzazione interna, visto che facilita il lavoro di spostamento dei materiali e, al tempo stesso, ottimizza il tempo degli addetti al trasporto merci. Altro esempio quello di Bormioli Pharma, noto fornitore di prodotti in vetro e packaging per il mercato farmaceutico, che ha adottato un sistema ERP con l’obiettivo di ottimizzare i propri processi operativi, amministrativi e produttivi, riducendo i costi di manutenzione e aumentando la qualità. A questo potrà essere integrato a breve un servizio IoT per il monitoraggio della produzione, che potrà verificare in tempo reale lo stato dei prodotti e prevedere potenziali anomalie. Altro esempio ancora quello del Gruppo Lafert, cresciuto molto velocemente anche attraverso nuove acquisizioni, e che aveva la necessità di rendere omogenei dati difformi per adottare una soluzione che consente il controllo di gestione e amministrativo, anche attraverso il ricorso a metodologie di Business Intelligence Innovative. Sono più di 7.100 le aziende che in 125 Paesi nel mondo, in 23 diversi settori, utilizzano soluzioni cloud-native, ovvero nate e sviluppate per il cloud, che Oracle offre per l’ambito finanziario, l’operatività, la produzione, la supply chain per ottenere i migliori risultati. E per il secondo anno consecutivo Oracle è riconosciuta come leader del Magic Quadrant for Cloud ERP for Product-Centric Enterprise. Un riconoscimento che, tradotto nella pratica, significa tempi rapidi di aggiornamento indispensabili per sfruttare al meglio i dati operativi, le informazioni raccolte dalle macchine e i dati dei prodotti per ottenere più efficienza di processo, prevedere nuovi trend, creare scenari e pianificare in modo efficace.

Fonte: techeconomy2030.it

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