Uniqlo avvia la produzione made in Japan per controllare l’invenduto

Fast Retailing avvia una nuova strategia per misurare la domanda dei consumatori, ridurre le scorte invendute e le linee di produzione superflue, criticità ben note ai marchi di moda, soprattutto in tempi attuali. Il colosso nipponico che controlla il marchio Uniqlo e da sempre legato alla produzione in outsourcing in paesi come la Cina (il gruppo realizza esternamente circa 1,3 miliardi di capi di abbigliamento all’anno) ha così avviato la sperimentazione della produzione in house di parte della maglieria. I prodotti saranno realizzati all’interno di uno stabilimento nell’area Shinonome di Tokyo. L’impianto, avviato ad aprile, è gestito da Innovation Factory, una joint venture con Shima Seiki, già partner da anni del gruppo di abbigliamento.

La notizia è stata riportata da Nikkei Asia. Secondo la testata, la prima collezione Made in Tokyo frutto di questa produzione in house sarà lanciata venerdì nel flagship store di Uniqlo nel centro di Tokyo e online, utilizza la tecnica a maglia 3-D del marchio.
Secondo Nikkei Asia, Fast Retailing prevede di produrre più articoli in edizione limitata nella nuova struttura per il suo flagship di Tokyo. In questo modo il gruppo avrebbe la possibilità di ottenere informazioni mirate sulla domanda dei consumatori nipponici, capire le tendenze dei consumatori per poi passare alla produzione su larga scala all’estero. Si andrebbe a ridurre la produzione non necessaria e le scorte invendute. Inoltre, una strategia di questo tipo consentirebbe anche di ridurre le tempistiche tra la progettazione del prodotto e la preparazione per la produzione su larga scala, passando da tre mesi a un mese.

Intanto, Fast Retailing fa i conti con un mese di giugno più sfidante del previsto. La società ha affermato che le vendite in Giappone di Uniqlo a parità di perimetro e online sono diminuite del 19,2% su base annua mentre il totale delle vendite dei negozi e online hanno registrato un calo del 17,3 per cento. C’è da segnalare che alla fine di giugno, cinque negozi è rimasto temporaneamente chiuso e 149 negozi hanno aperto orari di lavoro ridotti a causa del Covid-19. Tuttavia il dato è tutto sommato positivo se si considera che per Uniqlo il mese di giugno 2020 aveva registrato una performance insolita legata alle vendite record della categoria sport e loungewear ed è comunque superiore al turnover di giugno 2019.

Fonte: pambianconews.com 

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