Fast Retailing supera H&M nella moda low cost

Fast Retailing scalza H&M e si prende il secondo posto sul podio del fast fashion. A dirlo è un confronto sul giro d’affari dei due colossi nel 2018, con un ordine dimensionale ormai comparabile, benché i dati di bilancio facciano riferimento a periodi dell’anno diversi.

Nel fiscal year terminato il 31 agosto, l’azienda proprietaria di Uniqlo ha totalizzato ricavi per 2,3 trilioni di yen (circa 19,4 miliardi di euro), in aumento del 7,5% rispetto all’anno fiscale precedente. L’ebit ha raggiunto i 257,6 miliardi di yen, sostanzialmente in linea con le previsioni degli analisti sentiti da Reuters, mentre i profitti sono saliti a 162,5 miliardi (+5 per cento). Il risultato ha beneficiato soprattutto del contributo delle vendite all’estero di Uniqlo. L’insegna che, in settembre, è arrivata anche in Italia, con un opening a Milano in piazza Cordusio, ha realizzato all’estero 1 trilione di yen di giro d’affari (+14,5 per cento). I mercati in cui il brand cresce a cifra doppia sono la Greater China e il Sud-Est asiatico.

Mentre H&M e Inditex hanno una presenza internazionale da molti anni, le vendite internazionali di Uniqlo hanno iniziato a superare i volumi di quelle in Giappone solo nel 2017.

Nel 2018, l’ultimo fiscal year completo comparabile, H&M ha registrato vendite nette per 210 miliardi di corone svedesi (circa 19,2 miliardi di euro), in progressione del 5 per cento. Al netto della progressione registrata negli 8 mesi successivi alla chiusura dell’ultimo bilancio, “H&M – si legge su Modaes – ha perso il secondo posto per la prima volta dal 2015. Il gruppo svedese è nel vivo di una fase di trasformazione per il ritorno alla redditività e per guadagnare il contatto con il consumatore”. A distanziare i due competitor, salda al primo posto, c’è Inditex: la controllante di Zara, Massimo Dutti e Oysho ha infatti archiviato il 2018 con vendite nette per 26,1 miliardi di euro, in aumento del 3 per cento. Il solo fatturato online nei 12 mesi è balzato del 27% a 3,2 miliardi di euro, con un’incidenza del 12% sulle vendite.

“Pochi – continua Modaes – credevano a Tadashi Yanai, fondatore e CEO di Fast Retailing, quando una decina di anni fa dichiarò che voleva che il gruppo diventasse il più grande rivenditore di moda al mondo entro il 2020, con un fatturato di 42 miliardi di dollari. Nel tempo, Yanai ha adattato le sue previsioni (nemmeno Inditex si è avvicinato a quelle cifre), ma non ha smesso di conquistare nuovi posti in una classifica che è completamente cambiata in un decennio”.

Nel 2009, infatti, in testa al fast fashion mondiale c’era Gap Inc, con vendite per 14,1 miliardi di dollari. “Inditex – conclude Modaes – era al secondo posto, alle prese con l’espansione globale e più o meno allo stesso livello di H&M, attorno ai 10 miliardi di dollari”.

Mentre Gap, Inditex e H&M hanno ristrutturato le loro reti di negozi, Fast Retailing continua infine a espandersi, con una previsione di raggiungere 3.745 punti vendita nell’agosto 2020, vicino ai 3.877 di Gap, ma ancora lontano dai 5mila di H&M e 7mila circa di Inditex.

Fonte: pambianconews.com

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