Autogrill, My Chef, Cremonini .. manovre in autostrada
La posta in palio è il controllo del business delle aree di servizio. Un mondo che vale 1,2 miliardi di euro e che dal 30 giugno cambierà volto.
Quel giorno scadranno i termini per il rinnovo di 160 concessioni, quasi il 40% dei punti di ristorazione presenti sulle autostrade italiane. E comunque vadano a finire le cose, niente sarà più come prima. Autogrill, l’azienda del gruppo Benetton da sempre leader del mercato e titolare oggi di 250 licenze, ha già annunciato che ridurrà le sue quote. E la parte del leone nella campagna acquisti la faranno i suoi tre concorrenti, rendendo molto più competitiva e variegata l’offerta dei menù in autostrada.
Chef Express, la controllata di Cremonini presente oggi in 43 realtà, punta a raddoppiare al 20% la sua quota di mercato. A crescere sensibilmente puntano pure Sarni – che oggi lavora in 82 punti vendita – e My-Chef della francese Elior.
La gara in corso in queste ore è destinata anche a cambiare molto la loro offerta e l’immagine di bar, ristoranti e negozi. Il vantaggio della concorrenza. Chef Express, per dire, mapperà i suoi negozi con tre percorsi differenti: “Fast” per chi non ha intenzione di ciondolare troppo tra biscotti e salumi, “Slow” per chi ha voglia di fare shopping senza perdersi nulla, e “Tech” per chi vuole fare sosta solo nell’aerea telefonini & C..
L’altro trend del mercato è quello di spostare un po’ verso l’alto l’offerta. Rustichella, Camogli & C., ovviamente, restano le punte di diamante del menu. Autogrill però le ha affiancate con i più raffinati Bistrot e poi ha addirittura creato – per ora nell’area di servizio di Secchia Ovest, all’incrocio caldissimo tra AutoBrennero e Autosole un punto gestito in collaborazione con Eataly. La società di Andrea Guerra ha preteso che si togliessero dagli scaffali Coca-Cola e Gratta & Vinci ma ha trasformato il vecchio punto vendita in un percorso eno-gastronomico nelle eccellenze tricolori. Fatto di prodotti dei presidi Slow-Food, hamburger di bovini di razza piemontese nutriti senza integratori. E, dulcis in fundo, una pizza preparata con farina biologica e in un grande forno a legna. ChefExpress, da parte sua, ha messo a punto un accordo con Coldiretti per offrire prodotti a chilometro zero. Gli affari, del resto, non mancano. Ogni singolo punto vendita è – a modo suo – una piccola impresa.
tratto da affari & finanza