Chanel rivede la ‘Mission’. Esclusività sì, ma sostenibile

Non più solo esclusività, ma anche connotazioni green. Con l’avvio del piano Chanel Mission 1.5 la maison della doppia C, forse il nome più rappresentativo ed esclusivo del lusso a livello mondiale, accelera e approfondisce il suo percorso verso la sostenibilità. L’obiettivo di Chanel Mission 1.5 è ovviamente la riduzione dell’impatto ambientale di processi e pratiche della maison, in linea con i target del Climate Agreement di Parigi del 2015.

“Come la maggior parte dei luxury brand – riflette Wwd – Chanel è spesso stata presa di mira dagli ambientalisti e dalla critica per la sua stravaganza, per la sua propensione per eventi ‘pesanti’ a livello di emissioni, con almeno sei sfilate spettacolari all’anno”. Al centro delle riflessioni, ovviamente, anche la produzione delle divisioni beauty, fragranze, ready-to-wear e accessori.

Sotto la guida del chief sustainability officer, e veterano dell’azienda, Andrea d’Avack, Chanel ha in programma di ridurre la propria impronta di carbonio e quella della sua catena di approvvigionamento, agendo anche al di fuori delle proprie attività commerciali. Chanel Mission 1.5 include quattro impegni chiave: riduzione della carbon footprint di tutte le operations e della supply chain; passare al 100 per cento di elettricità rinnovabile su base mondiale entro il 2025; bilanciare le emissioni residue di carbonio. Infine, Chanel finanzierà progetti che aiuteranno piccoli agricoltori e piccole imprese a essere meno vulnerabili ai cambiamenti climatici, investendo su materie prime resilienti e a basso impatto e su start up innovative nel ramo degli imballaggi.

Chanel ha inoltre mappato l’impronta di carbonio di iniziative marketing e degli eventi (che rappresentano il 10% delle emissioni complessive, contro il 26% che invece fa capo alle materie prime e il 24% legato al trasporto di prodotti finiti).

“Gli show itineranti in destinazioni molto lontane – conclude Wwd – potrebbero diventare un ricordo del passato, con Chanel che ora deve bilanciare il desiderio di parlare ai clienti di tutto il mondo con le emissioni di carbonio legate ai jet-setting in località esotiche”.

Fonte: pambianconews.com

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