Crescita nel consumo di bevande. L’interessante confronto di Geo Marketing 2017 vs 2022

Quando si parla di consumi culturali si è istintivamente portati a pensare a teatro, cinema, eventi musicali e, ovviamente, a qualsivoglia produzione editoriale. La riflessione antropologica, supportata da una quantità impressionante di indagini sociologiche, ha da tempo aggiunto a questa voce le categorie hobby e sport e più in generale le attività svolte nel così detto tempo libero. Ma non solo: da un certo punto di vista (da una certa particolare angolazione) anche determinati stili di vita alimentari sono entrati a buon diritto nella più vasta categoria dei “consumi culturali”; tra questi le bevande hanno conquistato una posizione di assoluto rilievo in quanto “spia” di atteggiamenti che fanno parte della storia del gusto e del costume di ogni Paese.

La bevanda che divenne un luogo dello spirito
Facciamo un passo indietro? Andiamo a Venezia nel 1570. Fu in quell’anno che il padovano Prospero Alpino portò alcuni sacchi di caffè dall’Oriente. Pare che nei primi tempi la bevanda fosse venduta solo in farmacia. Poi, rapidissimamente, il successo planetario che sappiamo. E il “caffè” divenne non solo una bevanda, ma (anche e soprattutto) un luogo di ritrovo, di incontro, di scambio, di relazione e di piacere; ma anche… una rivista di importanza storica pubblicata a Milano nella metà del Settecento da Pietro ed Alessandro Verri con il contributo di un certo Cesare Beccaria. Si prende un caffè (un cafettuccio, un caffettino, un cafferino…) per mille ragioni, in mille forme e modi, così come si ordina un aperitivo in occasione dell’incontro fortuito con un amico; o al contrario per celebrare il termine della giornata, onorare un piccolo evento, festeggiare una ricorrenza. E per mille altre buone se non ottime ragioni: ovvero le logiche della funzione fàtica o di contatto, come la chiamano i linguisti, quella cosa che quando incontriamo un amico ci fa pronunciare la frase “Ciao! Come stai?” senza che l’interlocutore sia necessariamente invitato ad esibire un certificato medico.

Dove avviene l’incremento?
Una premessa necessaria per introdurre un lavoro interessante quanto complesso che abbiamo portato a termine nei mesi scorsi. Abbiamo provato ad incrociare alcune metriche prendendo in considerazione anche la finestra temporale della pandemia, il difficile periodo che ci siamo lasciati alle spalle. In buona sostanza abbiamo analizzato i consumi di bevande nel periodo 2017-2022 a livello di Regioni. Il risultato complessivo segna un corposo incremento. Ma questo delta non si è verificato in tutte le Regioni. Per capirne di più l’abbiamo correlato ad altri due indicatori: l’incremento dei consumi pro capite e l’incremento del reddito pro-capite. Il risultato lo vedete in questa tabella:

In conclusione
Se portiamo in primo piano gli andamenti dei consumi 2021 vs 2022, notiamo come siano aumentate le voci non alimentari: hobby e sport, cura persona, ma anche trasporti, combustibili e abbigliamento. Evidenze che dimostrano ancora una volta la molteplicità delle connessioni che caratterizzano la variegata galassia dei consumi culturali. Un universo che va indagato con la più grande attenzione. Non si tratta infatti di comprendere quale sia la zona, la via, lo spazio più indicato per una determinata tipologia di acquisti, quanto di cogliere le correlazioni tra tendenze, consumi e desideri spesso antagonisti fra loro. Soprattutto molto diversi a seconda della zona geografica in cui si manifestano. Dotare le imprese di mappe e portolani che minimizzino i rischi della navigazione è, come sempre, l’obiettivo del nostro lavoro.

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