Dal fashion al food, chi investe?

L’ingresso delle griffe del luxury e dei loro capitali nell’enogastronomia nazionale in modo significativo è cosa recente, ma i piani di investimento sono tali che potrebbero rivoluzionare la tradizione.

Sono stati l’ingresso di Pietro Marzotto nel salotto gastronomico milanese Peck e, soprattutto, lo scontro al calor bianco tra il patron di Lvmh, Bernard Arnault, e quello di Prada, Patrizio Bertelli, per la conquista della storica pasticceria milanese Cova (nel 2013) a dare il segno che il settore stava cambiando passo. Per la cronaca: Cova è finita a Lvmh, mentre Prada ha rilevato un altro storico marchio milanese, Marchesi.
E un assaggio del cambiamento possibile arriva proprio da Marchesi: il nuovo locale aperto in via Monte Napoleone a Milano è il primo tassello di quello che sarà lo stile del connubio moda e cibo. Arredi curatissimi e nuovi packaging per la Haute Patisserie.
I piani di sviluppo di Marchesi by Prada sono ambiziosi. Ma lo sono anche quelli delle altre maison e degli altri imprenditori che hanno deciso di estendere i confini dei propri investimenti.

D’altra parte, il cibo è un altro modo per comunicare i valori di stile della casa di moda.
Ambizioni internazionali ha naturalmente anche l’altra pasticceria storica milanese Cova, acquisita da Arnault e nel cui capitale è rimasta la famiglia fondatrice con il 20%. Cova era già presente in Asia fin dagli anni ’90 quando aprì il Cova Café ad Hong-Kong nel 1994, cui sono seguiti nel 2005 Tokyo (dove oggi i Cova Café sono 3) e nel 2011 in Cina, a Shanghai (dove oggi sono 4). Ma adesso, con un gruppo come Lvmh (oltre 30 miliardi di euro di ricavi) nuove aperture sono state messe in cantiere, a partire dai due locali a Beijing che saranno inaugurati entro Natale. Seguiranno i due Café Cova a Taiwan a inizio 2016, poi Bangkok e Dubai.

tratto da corrier.it

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