Ferrero, un successo da più generazioni

Migliaia di dolci Kinder pieni di crema vengono trasportati sui nastri; telecamere ad alta velocità che scansionano le imperfezioni; il tutto sotto l’occhio vigile dei lavoratori, che sorvegliano centinaia di braccia robotiche. Tutto questo avviene alla periferia di Alba, città sede di Ferrero, il produttore di Nutella, Tic Tac, Mon Chéri e Kinder, a cui Forbes.com ha dedicato un reportage speciale.

“Facciamo tutto con serietà e competenza assoluta”, ha affermato Giovanni Ferrero, il 53enne presidente dell’azienda, al suo primo incontro con la stampa americana. Una dedizione che ha generato un vero e proprio impero. Ferrero ha venduto 12,5 miliardi di dollari di dolci l’anno scorso e i suoi omonimi proprietari detengono un patrimonio complessivo, secondo Forbes, di 31 miliardi di dollari

Tanto conta la strategia, con l’avvio delle acquisizioni varate da Giovanni nel 2015 con Thorntons e nel marzo scorso, quando ha comprato il business di dolci e caramelle negli Stati Uniti di Nestlé per 2,8 miliardi di dollari in contanti. Icone americane come Butterfinger e BabyRuth ora sono di Ferrero. Se lo può permettere. Ferrero ha un business molto redditizio – Forbes stima che i guadagni netti della società si aggirino intorno al 10% delle vendite.

Ferrero è presente in più di 160 Paesi, impiega 40mila dipendenti e produce 365mila tonnellate di Nutella all’anno.

L’obiettivo di Giovanni – spiega l’autore di Forbes – è quello di aumentare i ricavi di almeno il 7,33% all’anno per raddoppiare il fatturato in un decennio: le linee dei nuovi prodotti di Ferrero probabilmente non possono espandersi così velocemente, per questo Giovanni fa acquisizioni per compensare.

Dopo l’acquisizione dei brand in precedenza di Nestlé, Ferrero è diventato il terzo produttore di dolci al mondo, secondo i dati di Euromonitor e l’azienda ha anche messo al sicuro il suo business delle nocciole. Qualche anno fa ha acquistato due dei maggiori venditori di nocciole del mondo, il gruppo Oltan in Turchia e il gruppo italiano Stelliferi, e sta investendo ulteriormente nelle piantagioni in Australia, nei Balcani e in Sud America nel tentativo di aumentare i raccolti e la disponibilità durante tutto l’anno.

Tratto da forbes.it

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