Geo Marketing: un approfondimento sulla copertura artificiale del suolo

Un record preoccupante

“Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante tu ne possa sognare nella tua filosofia”.

Potremmo commentare questa frase dell’Amleto di Shakespeare con una glossa: in Italia le “cose” crescono alla spaventosa velocità di 2,2 m2 al secondo. E’ la velocità con cui l’anno scorso abbiamo consumato suolo causando la scomparsa irreversibile di aree naturali e agricole. Al loro posto sono sorti nuovi edifici, infrastrutture, unità commerciali, produttive e logistiche. Così, anno dopo anno la copertura artificiale del suolo in Italia è giunta al 7,13% mentre la media dell’Unione europea è del 4,2%.
La soluzione non è – ovviamente – rimpiangere il mondo contadino narrato da Ermanno Olmi e neppure, come Pier Paolo Pasolini, vagheggiare gli anni in cui le notti erano illuminate dalle lucciole. A nostro avviso la soluzione consiste nell’unire lo sviluppo economico al progresso ambientale. Obiettivo difficile ma non impossibile. Si persegue in due modi: in prima istanza studiando a fondo il potenziale di un’area prima di costruire; in secondo luogo perseguendo la politica della ristrutturazione edilizia e del riuso degli spazi già occupati. La sostenibilità ambientale è una necessità, non un vezzo.

La missione di Geomarketing è anche questo.

 

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