Kfc sbarca in Italia

Il Kentucky Fried Chicken ce l’ha fatta ad espatriare fino da noi, silenziando così anni e anni di battaglie sostenute da chi il pollo lo preferisce “made in casa”, lotte ideologiche, petizioni ufficiali, referendum e vere e proprie preghiere esplicite per tenerlo lontano.

Fino a poco addietri, il polletto più acclamato al mondo veniva inseguito dall’Italia fino a Nizza, che era il posto più vicino alla penisola in cui è presente da tempo il noto fast food. Oggi non ce n’è più bisogno. Basterà andare nella capitale o presto anche in altre città italiane.

La catena è nata nella fine dell’800 in Kentucky da un’idea di Harland Sanders. KFC ebbe da subito un grande successo tanto che il governatore decise di concedere a Sanders il titolo di colonnello come riconoscimento del suo contributo alla cucina dello Stato. Cento anni dopo, la catena venne acquistata dalla Pepsi Cola e oggi conta più di 13 mila ristoranti in 80 Paesi del mondo, compresa l’Italia.

Nel bel Paese, in realtà, KFC aveva già tentato di imporsi negli anni ’60, aprendo un ristorante a Napoli. L’esperimento, però, non andò granché bene e il polletto aromatizzato e speziato da leccarsi i baffi fu costretto a chiudere i battenti.

Quello di Roma, inoltre, è il primo KFC accessibile come un vero e proprio fast food proprio a tutti.

Tratto da distribuzionemoderna.info

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