Nuovi ristoranti-salotto aprono in città. A Milano tra arte, design e shopping

Ristoranti che sono salotti, spazi protesi alla città, ambienti di incontro e condivisione, ma anche di cultura e ispirazione. A Milano, stanno aprendo luoghi dove cenare diventa un’esperienza di scoperta, non solo culinaria. Il menu ricercato e una carta aggiornata convivono con proposte tra arte e design, tra architettura e shopping.

Il primo indirizzo da scoprire a settembre è il bistrot di Visionnaire. La sede del marchio dal 2008 è all’interno dell’ex cinema Cavour, zona Turati. Qui si cela una vera Wunderkammer, una galleria d’arte all’interno della galleria di design, un luogo di esposizioni artistiche che crea connessioni generative con l’attività del brand. All’interno della Visionnaire Design Gallery è appena nato un bistrot, che amplia il concetto di negozio da spazio di vendita a luogo dell’essere. È il Visionnaire Bistrot di Filippo Gozzoli. Nella sua proposta, in armonia con il luogo, lo chef si muove esaltando le materie prime locali e sperimentando nuovi sapori, tra arte e design. La sua cucina mima un’opera d’arte, le sue composizioni sono il risultato di uno studio attento di colori, intrecci di forme e relazioni tra cibi.

Il menu è prevalentemente plant based nel pranzo, in cui non mancano i piatti signature – la tartare di manzo, il tubetto al brodo di pesce, il club sandwich alla barbabietola e la pappa al pomodoro – si passa alle specialità dell’aperitivo e della cena a base di crudi di pesce in abbinamento a champagne. Da Visionnaire apre infatti anche la Perrier Jouet lounge, uno spazio per gli estimatori di champagne, che potranno immergersi in un’esperienza nel mondo della maison francese. Infine, la carta dei cocktail celebra i progetti di Visionnaire nel mondo: dal Garden of Beauty presentato a Miami Art Basel nasce il PavoneSour; il Lego Tonic richiama la Luna, immaginario di ispirazione dei designer Draga&Aurel per la capsule Lego.

Il 7 settembre un importante evento attende gli ospiti della Fondazione Luigi Rovati, in corso Venezia 52. Apre infatti il Museo Etrusco di Milano, nato dalla volontà della Fondazione di creare un luogo dove valorizzare le proprie raccolte d’arte, in primis la collezione di vasi etruschi. Il progetto ha visto la ristrutturazione e l’ampliamento della storica proprietà immobiliare di Palazzo Bocconi-Rizzoli-Carraro ed è stato affidato allo studio Mario Cucinella Architects. Tre gli interventi principali: l’ampliamento del livello interrato per la realizzazione e allestimento del museo ipogeo che ospiterà la collezione di vasi e altri reperti etruschi. Si tratta di tre sale circolari e una grande ellittica per uno spazio in penombra avvolto da 30mila conci di pietra, disegnati uno ad uno e sapientemente costruiti e montati. Uno spazio fluido, ispirato alle tombe di Cerveteri, fra le poche architetture etrusche rimaste.

C’è stato poi il restauro delle principali stanze del piano nobile, pensate per esporre altri oggetti d’arte antica della Fondazione, dove si è proceduto al riposizionamento delle boiserie e degli arredi preesistenti, progettati e introdotti nel palazzo dall’architetto Filippo Perego nella prima metà del ‘900. Il piano secondo è destinato a eventi ed esposizioni temporanee, mentre l’ammezzato agli uffici della Fondazione. Il livello zero è destinato alla hall di ingresso, al bookshop, alla biglietteria, al Caffè Bistrot e al giardino, uno spazio nascosto dalle mura perimetrali, un’area verde privata a uso pubblico dove sostare, chiacchierare.

All’ultimo piano del sontuoso edificio ha invece aperto il nuovo ristorante di Andrea Aprea, uno spazio dal grande impatto, dominato da una vetrata panoramica che affaccia sul parco adiacente e sullo skyline della città.

Gli interni contemporanei creano sottili relazioni con la nuova vocazione del palazzo – le pareti sono rivestite di bucchero, la caratteristica ceramica nera con cui gli etruschi realizzavano i loro vasi – e dialogano con le opere d’arte site specific realizzate dagli artisti Andrea Sala e Mauro Ceolin.

La cucina vuole innescare un processo di scambio tra differenti luoghi dell’esperienza, nel ricordo, nello sguardo, nell’olfatto, nel palato. Tre i percorsi gastronomici proposti: “Contemporaneità”, 5 portate dedicato al rapporto tra memoria e innovazione; “Partenope”, 6 portate nelle suggestioni della Campania; “Signature”, esperienza assoluta nella filosofia dello chef in 8 portate.

Anche la carta dei vini, composta da 650 etichette provenienti da tutto il mondo, racconta una storia di trasformazione di emozioni in sapori, di luoghi e clima in note olfattive.

Nella segreta corte verde del palazzo, rinnovata, si svela poi il Caffè Bistrot, aperto dalla colazione alla cena. Qui Aprea ha deciso di ridefinire i canoni della cucina popolare attraverso una selezione di grandi classici proposti al pubblico in purezza.

Infine, il terzo atteso appuntamento è con il ristorante Horto, situato sul rooftop del complesso The Medelan, in via San Protaso 5, con affaccio diretto sul salotto buono di Milano, piazza Cordusio.

Un indirizzo che dal primo settembre punta a offrire un’esperienza multisensoriale, di ricontatto con la natura, in sinergia con il territorio. A guidarlo lo chef tristellato Norbert Niederkofler, attentissimo da sempre alla catena della sostenibilità, dalle materie prime ai rapporti con i fornitori, all’approvvigionamento degli ingredienti, in uno spirito di riscoperta dell’autentica cucina. Ad affiancarlo, Alberto Toè, executive chef e responsabile dello sviluppo del menu (con un’importante esperienza al St. Hubertus).

L’offerta di Horto inizia dalla colazione in terrazza, prosegue con il pranzo al bistrot Sole e con le sfiziosità pomeridiane, poi l’aperitivo sul tetto di Milano, per terminare con l’esperienza fine dining Horto per la cena. Il tutto alla ricerca delle ricchezze culinarie della regione, materie prime stagionali, collaborazione con cascine, caseifici, agricoltori e produttori a non più di un’ora dal centro di Milano, ma anche arredi realizzati con materiali naturali e di recupero (il pavimento proviene per esempio da vecchie botti di aceto, l’intonaco è un misto di lolla di riso e paglia), e rispetto del tempo dei lavoratori (il ristorante è chiuso la domenica).

Oggi lo storico edificio The Medelan che lo ospita sta iniziando a popolarsi dopo una portentosa ristrutturazione che lo ha riportato agli antichi fasti. Qui ci sono e ci saranno uffici e distaccamenti di note realtà della finanza e della moda. Ma diventerà nei prossimi mesi anche un importante polo dello shopping e del lifestyle, una novità nel panorama della città. Tutto da scoprire, insieme al suo ristorante.

Fonte: ilsole24ore.com

 

 

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