Ovs investe 33 milioni in Puglia per un progetto di moda sostenibile

Ovs lavora al rientro graduale, nei prossimi anni, di parte dell’attività produttiva svolta all’estero, fino al 10% della forza lavoro totale, e la Puglia «magari con la filiera dell’abbigliamento intimo, può essere una location attrattiva». Stefano Beraldo, ad del gruppo Ovs, spiega così i progetti di back shoring che per alcuni siti produttivi dovrebbe chiudere la delocalizzazione avviata 20 anni fa, come in Cina dove «ormai c’è un riequilibrio delle retribuzioni con l’Italia».

Da qui la scelta di fare di Bari, nel triennio 2023/2025, un polo che dia una seconda chance per i capi di abbigliamento, il cosiddetto “ricondizionamento”, e generi tanta ricerca e sviluppo per sostenere la trasformazione digitale delle aziende del retail, intelligenza artificiale e cyber security. A questo polo punta l’investimento da 33 milioni di euro (14 di attivi materiali e 19 in ricerca&sviluppo) che il gruppo Ovs farà in Puglia nell’ambito di un contratto di programma finanziato in parte dalla regione Puglia, attraverso PugliaSviluppo, la società in house che gestisce gli incentivi per l’attrazione di nuovi insediamenti produttivi anche di grandi imprese nazionali, e non.

È il segno che in questa regione c’è un sistema interessante e un approccio giusto per attrarre nuovi investimenti produttivi. A Bari Ovs assumerà in tre anni 125 addetti, compresi molti laureati con competenze nel mondo del digitale, dell’intelligenza artificiale e della cyber security, dunque ingegneri, informatici – che lavoreranno presso il Politecnico barese – oltre a figure specializzate da occupare nella rilavorazione dei capi e nelle attività legate al centro multifunzione e ai processi di ricondizionamento e di quelli collegati ai temi di sostenibilità ambientale ed economia circolare.

Visto da Ovs, il programma di investimento deciso su Bari – che permette un processo di back-shoring, tiene conto della distribuzione geografica del mercato, delle caratteristiche della filiera e delle sinergie con i fornitori di know-how – è in linea sia con la specializzazione regionale sia con la visione nazionale del gruppo riguardante la Fabbrica Intelligente e le transizioni in digitale e la sostenibilità. «Abbiamo scelto di investire in questa regione – aggiunge Stefano Beraldo – per la presenza di un ecosistema di poli industriali e imprese con specializzazioni rilevanti che riguardano il settore dell’abbigliamento-moda. La partnership con il Politecnico di Bari ci offre inoltre l’opportunità di valorizzare le competenze del territorio, lavorando con giovani laureati per sviluppare nuovi progetti nel mondo dell’innovazione tecnologica».

Questo di Ovs è, in ordine di tempo, il primo legato, per la parte di R&S, alla digitalizzazione che questa volta non riguarda gruppi di ICT ma il fashion. Finora, infatti, a Bari si sono insediati, sostenuti dai fondi regionali dei contratti di programma, multinazionali dell’IT che hanno contribuito allo sviluppo di un polo del digitale con quasi 17mila addetti, un trend annuo di crescita del 9%, quasi 8mila imprese registrate nel sistema camerale. L’insediamento di Ovs è la conferma dell’esistenza di un sistema che, attraverso la digitalizzazione, riguarda in modo trasversale tutti i settori produttivi, compresa la moda e, di conseguenza, richiede profili professionali sempre più ibridi.

Fonte: ilsole24ore.com 

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