Starbucks fa concorrenza ai pub

Non più solo “frapuccini”, “muffin”, “double espressi”, “carot cake” ed enormi cappuccini, Starbcuks venderà anche bottiglie di vino e di birra. I punti vendita avranno si chiameranno Starbucks Evenings, saranno almeno mille negli Usa, con vendita di alcolici riservata a maggiorenni sopra i 21 anni e solamente dopo le 4 del pomeriggio. La vendita appunto si limiterà a birra e vino.

Una nuova occasione per i clienti: nella cultura anglosassone è nota l’abitudine di fermarsi a bere coi colleghi dopo il turno di lavoro, e i locali Starbucks avranno tutte le qualità per porsi come rivali ai tradizionali pub.
La vendita di birra nei punti vendita Starbucks non è una novità. Nel 2010 in 26 locali oltre quelli presenti a Seattle, sede natale della multinazionale, si cominciò a vendere birra. Oggi l’obiettivo è quello di creare una rete vendita più vasta e più indirizzata alla logica del pub più che della caffetteria, senza tralasciarne le caratteristiche di quest ultima.
Se l’iniziativa di Starbucks Evenings porterà gli aspettati risultati, non è difficile immaginarsi un’ulteriore colonizzazione anche in territori “cugini” come Gran Bretagna, Canada e Australia. E chissà anche in Europa continentale.

Specifichiamo come sempre che l’investimento in Italia appare lontano. Nonostante i simili che pullulano sul territorio italiano: l’Arnold Coffe a Milano, Cup Coffee e Starbest a Napoli. A Torino ha riscosso parecchio successo in zona universitaria Busters Coffee, versione italianizzata di Starbucks.

Tratto da affaritaliani.it

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