Starbucks punta sulla svolta green: verso l’addio al bicchiere usa e getta

La multinazionale è al lavoro per abbandonare la produzione dell’iconica tazza “marchiata”, pilastro dell’identità del brand

La svolta ecologica di Starbucks: verso l’addio al mitico bicchiere monouso
Tra gaffes ortografiche, nomi storpiati e foto “instagrammabili”, gli iconici bicchieri di Starbucks hanno fatto la storia del brand e anche quella di tutti i millenials che da decenni li fotografano quasi fosse un’opera d’arte. Con l’inconfodibile effigie della sirena dai capelli lunghi, le tazze di Starbucks sono divenute un emblema riconoscibile in tutto il globo, comunicando (velatamente) il messaggio: “Sto gustando il caffè della marca più celebre al mondo.” Tuttavia, oggi, in un’epoca in cui la sostenibilità ambientale è al centro dell’attenzione, questi bicchieri si preparano a compiere la loro uscita di scena.

Per una generazione intera, il bicchiere di Starbucks è stato una pietra miliare della società dei consumi, prima negli Stati Uniti e poi nel resto del mondo. Tuttavia, a causa delle pressioni ambientali e del crescente desiderio dei consumatori di soluzioni più sostenibili, Starbucks ha deciso di compiere un cambiamento epocale.

L’impegno di Starbucks per un futuro sostenibile
Nella tazza del cambiamento, Starbucks si è immerso con un coraggio senza precedenti, abbracciando un obiettivo audace: abbandonare i bicchieri monouso a partire dal 2030. Queste iconiche imbandigioni da caffè rappresentano uno dei più vistosi sprechi aziendali, e questo non è stato il primo sogno ambizioso tessuto da Starbucks. Già nel lontano 2008, l’azienda si era impegnata a rendere i suoi bicchieri completamente riciclabili o riutilizzabili entro il 2015, ma il risultato si è rivelato solo una promessa parzialmente consumata.

Il mitico bicchiere di carta, vestito di bianco e ornato dalla sirena verde, ha ricoperto un ruolo cardinale nell’evoluzione delle abitudini del consumatore nell’ambito del caffè da asporto. Negli anni ’80, quando Starbucks ha inaugurato la sua avventura nella caffetteria on-the-go, i bicchieri di polistirolo erano all’ordine del giorno. Ma il 1987 ha dato vita a un punto di svolta con il lancio del bicchiere di carta, immortalato su schermi e in schermaglie televisive. Da quel momento, il bicchiere monouso è diventato un’icona inestricabile dall’esperienza stessa di Starbucks.

Tuttavia, ora è giunto il momento di separarci da questa icona senza rimpianti. La marcia dell’ambiente e la sinfonia della sostenibilità devono dirigere la nuova sinfonia di Starbucks, anche quando si tratta di mettere da parte qualcosa di così fortemente radicato nel simbolismo. Pertando, la nota catena di caffè statunitense sta aprendo una nuova strada verso un futuro in cui il caffè on-the-go può essere gustato senza gettare un’ombra sinistra sull’ecosistema.

L’obiettivo di estinguere i bicchieri monouso non è da prendere alla leggera. Starbucks serve una vasta clientela globale e deve gestire questa transizione con rapidità ed efficienza. Sebbene l’introduzione di alternative riutilizzabili sia stata una mossa positiva, il numero di clienti che le preferisce rimane ancora relativamente esiguo. Molti ancora cedono alla tentazione della comodità dei bicchieri monouso.

Un cambiamento necessario
Il cambiamento è inevitabile e necessario. Starbucks è una delle catene di caffetterie più diffuse al mondo e può influenzare positivamente l’intero settore. Alcuni bar e locali indipendenti hanno già adottato pratiche sostenibili, ma un gigante come Starbucks può davvero fare la differenza.

Nel piano di Starbucks rientra anche la ricerca di nuovi materiali più riciclabili per la produzione di bicchieri monouso. Questo compromesso è essenziale mentre l’azienda si impegna a rendere i bicchieri riutilizzabili la prima scelta per il pubblico.

Fonte: affaritaliani.it

Vuoi diventare socio

di Retail Institute Italy?