Uber si allarga al bike sharing, svolta ecologica

Uber sorprende con una mossa a sorpresa: si lancia nel mondo del bike-sharing – fenomeno del momento – acquistando addirittura il colosso newyorchese Jump Bikes.

Una sorta di concorrenza interna perché Uber, come altre compagnie di taxi, proprio nelle grandi città e nei brevi tragitti soffre la concorrenza del bike sharing. E’ stato – fra l’altro – lo stesso amministratore delegato di Uber, Dara Khosrowshahi, ad ammettere la cosa: “Queste biciclette rischiano di cannibalizzare le tratte brevi fatte a bordo di un’auto Uber”. E allora? “Per noi – ha spiegato Khosrowshahi – è importantissimo sfruttare tutti i modi con cui le persone si spostano in una città. Questa mossa rappresenta l’evoluzione natuale di Uber da una app di car-sharing a servizio di mobilità integrato”.

Una visione di grande livello, ma anche furba e – in qualche modo – legata all’abbandono dei test dell’auto a guida autonoma: mentre tutti si spostano su un car sharing costoso e super tecnologico, si sta creando uno spazio importante sulla parte bassa del mercato, a bassissimo costo. Non è un caso d’altra parte che con le loro biciclette, le start-up cinesi stiano prendendosi letteralmente il mercato in nord America e in Europa, guarda caso proprio i mercati di riferimento del gruppo americano che offre un servizio alternativo al taxi tradizionale.

Per Uber quindi si tratta di una visione strategica: fare concorrenza ai cinesi sul loro terreno. Vedremo come finirà. Di certo questa è la prima grande manovra di Uber da quando otto mesi fa il ceo Dara Khosrowshahi ha preso il comando di un’azienda travolta da scandali e dalle conseguenze della leadership sessista del suo fondatore.

E non si tratta di un’operazione da poco: la transazione vale oltre 100 milioni di dollari e con Jump Bikes, Uber dà accesso immediatamente ai consumatori a biciclette elettriche a Washington e San Francisco, dove dallo scorso febbraio le due aziende hanno testato il servizio. 

Tratto da larepubblica.it

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