Amazon “travolto” dal coronavirus: consegne solo per beni di prima necessità

Alla fine anche il colosso dell’e-commerce Amazon non ha retto all’onda d’urto del coronavirus. La multinazionale di Jeff Bezos ha annunciato che, d’ora in poi, darà priorità nelle consegne ai beni di prima necessità. Anche in Italia.

Con un provvedimento adottato il 17 marzo, fino al 5 aprile (salvo proroghe) Amazon riceverà solo forniture “vitali” (vital supplies) nei suoi magazzini negli Usa, nel Regno Unito e negli altri centri logistici europei. Obiettivo: lasciare spazio fisico a prodotti medici e casalinghi per i quali la domanda si è impennata a causa dell’epidemia di Covid-19. Fornitori e venditori di terze parti, o rivenditori di prodotti al di fuori delle categorie necessarie, dovranno dunque sospendere le proprie attività. Amazon ha dichiarato che continuerà a consegnare i beni esistenti presenti nei suoi magazzini nonché eventuali spedizioni avviate prima del 17 marzo.

Un evento senza precedenti, che conferma come la diffusione globale del coronavirus stia creando nuove sfide per i retailer lungo tutta la filiera, dalla supply chain alla consegna a domicilio delle merci.

“Abbiamo constatato un aumento degli acquisti online e, di conseguenza, alcuni prodotti come casalinghi e forniture mediche sono esauriti” ha dichiarato un responsabile di Amazon in un’intervista. “Per questo motivo, nei nostri centri logistici, abbiamo deciso di dare temporaneamente priorità a questi e ad altri prodotti molto richiesti, in modo da poterli ricevere, rifornire e spedire più rapidamente ai clienti”.

Le categorie a cui si darà priorità sono:

Prodotti Prima infanzia
Prodotti per la salute e per la casa
Bellezza e Salute e cura della persona (incluse le apparecchiature per la cura della persona)
Alimentari
Industria e Scienza (Industrial and Scientific)
Prodotti per animali domestici

Amazon, scrive l’agenzia Reuters, continuerà a vendere anche i prodotti che non rientrano nelle categorie sopra descritte, ma potrebbero verificarsi ritardi negli approvvigionamenti e conseguentemente nelle spedizioni delle prossime settimane. In ogni caso le spedizioni create prima del 17 marzo dovrebbero essere ricevute.

Nel frattempo il colosso dell’e-commerce è a caccia di nuovo personale negli Stati Uniti. Questo il testo apparso nel blog aziendale.

“Stiamo aprendo 100.000 nuove posizioni full-time e part-time negli Stati Uniti nei nostri centri di smistamento e nella nostra rete di consegna per soddisfare l’aumento della domanda da parte di persone che si affidano al servizio di Amazon durante questo periodo d’emergenza. Sappiamo anche che molte persone sono state colpite economicamente in aree come l’ospitalità, ristoranti, e viaggi. Vogliamo che queste persone sappiano che li accogliamo nei nostri team fino a quando le cose non torneranno alla normalità e il loro datore di lavoro passato sarà in grado di riportarle indietro. Oltre ai 100.000 nuovi ruoli che stiamo creando, vogliamo riconoscere ai nostri dipendenti che svolgono un ruolo essenziale per le persone in un momento in cui molti dei servizi che normalmente potrebbero essere lì per sostenerli sono chiusi. Negli Stati Uniti, aggiungeremo altri 2 USD all’ora lavorati fino ad aprile dalla nostra tariffa corrente di 15 USD all’ora o più, a seconda della regione, 2 USD in Canada, 2 USD all’ora nel Regno Unito e circa 2 USD all’ora in molti paesi dell’UE”.

Fonte: economyup.it

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