Come cambia oggi il mercato retail

Nel complesso le imprese del commercio al dettaglio dal 2004 al 2014 sono cresciute del 3,3% (poco sotto la quota di 844mila), una variazione che è la sintesi tra una fase di forte crescita (2004-2008), una di stagnazione (2008-2010), la crisi del triennio successivo e i primi segnali di ripresa nella seconda parte del 2014. Alla tenuta del settore hanno indubbiamente contribuito la crescita del turnover e il boom del commercio ambulante.
Ma il fenomeno del decennio 2004-2014 è il commercio ambulante, aumentato del 36% e arrivato a rappresentare oltre un quinto delle imprese del commercio registrate: un incremento ascrivibile in parte alla popolazione immigrata, ma in parte a scelte di sopravvivenza, a fronte dei crescenti costi di gestione dei locali, soprattutto nei grandi centri urbani.

Se alcune imprese hanno chiuso i battenti o delocalizzato fuori città in zone meno care, non poche hanno deciso di spostare l’attività su area pubblica o itinerante.

Ed è proprio l’espansione del commercio ambulante a influire sul significativo tasso di crescita rilevato nell’insieme delle undici categorie considerate dall’indagine di Confesercenti. Un 22% in più, spinto anche dall’aumento delle imprese di commercio di apparecchiature per le tlc e la telefonia (raddoppiate in dieci anni), di abbigliamento per adulti (+51%) e di panetterie/panifici (+15%). In ritirata, invece, soprattutto le mercerie (-37%), le pelliccerie (-32%) – che hanno ceduto il passo ad altre tipologie di capi altrettanto caldi ma meno costosi -, le attività di vendita di cappelli (-26%), le profumerie (-16%) e i fioristi (-9%).

L’evoluzione del commercio al dettaglio segue i cambiamenti socio-economici e l’orientamento dei consumi e oggi notiamo una tendenza alla specializzazione, all’offerta di nicchia e di qualità. In questi dieci anni le liberalizzazioni, la diffusione degli outlet, la presenza sempre più marcata della Gdo, gli acquisti online e la crisi hanno profondamente modificato la struttura distributiva. Quanto al futuro, il periodo peggiore dovrebbe essere alle spalle e ci sono spunti che alimentano aspettative ottimistiche. Per esempio l’Expo, di cui anche le attività commerciali dovrebbero avvantaggiars, oppure internet, tramite il quale i negozi tradizionali potrebbero trasformarsi in erogatori di servizi più complessi, garantendo consulenza, consegne, riparazioni, pagamenti, personalizzazioni.

tratto dal sole24ore

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