Cosmetica, stop a import nella Ue di microplastiche e glitter

Stop a microplastiche e glitter con decorrenza immediata, senza deroghe per ordini e contratti in corso, con effetti immediati per i settori della moda, cosmetica, prodotti per la casa o addobbi, feste e altre minuterie. Dal 17 ottobre scorso, infatti, è in vigore il regolamento Reach 1907/06, nella versione aggiornata con le modifiche intervenute in data 17 settembre 2023 con il regolamento Ue 2055/23. Con questa disposizione è stato aggiornato l’elenco delle sostanze vietate ai fini Reach, aggiungendo la nuova restrizione n. 78, concernente l’immissione in consumo di prodotti che contengono microparticelle di polimeri sintetici (microplastiche) non biodegradabili e non solubili.

Tra i primi ad essere vietati però saranno proprio i glitter sfusi e tutti i cosmetici, come gli esfolianti ad esempio, che contengono microsfere di plastica. Per altri prodotti di bellezza il divieto è previsto in quattro/dodici anni, in base alla complessità del prodotto, all’esigenza di riformularlo e alla disponibilità di alternative sostenibili.

Pertanto, questi prodotti non possono più essere importati nell’Ue, restando salvi quelli oggi già in commercio. La direttiva della Commissione europea punta a ridurre del 30% la dispersione di questi materiali entro il 2030.

In Germania, scrive il Guardian, diversi personaggi televisivi e influencer hanno pensato bene di anticipare la stretta di Bruxelles facendo incetta di brillantini. Sam Dylan, un partecipante del reality tv Il Grande Fratello, ha raccontato di aver acquistato 82 confezioni di glitter. Critiche anche da Luca Valentino, showman del programma Deutschland sucht den Superstar, secondo cui la nuova direttiva europea “porterà via le ultime scintille di glamour”.

Un divieto che segna un altro passo in avanti da parte dell’Europa di fronteggiare l’accumulo sempre più importante di microplastiche. Si stima, infatti, che ogni anno vengano rilasciate nell’ambiente circa 42mila tonnellate di microplastiche come riporta ECHA, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche. Queste sono state trovate nei fondali marini, nell’acqua, negli ecosistemi terrestri, così come nel cibo e nell’acqua potabile, rappresentando un rischio per la salute degli organismi viventi.

Fonte: pambianconews.com

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