Green Retail LAB. Marco Cuppini di GS1 Italy anticipa alcuni temi dell’appuntamento del 14 luglio dedicato alla filiera sostenibile

Abbiamo chiesto a Marco Cuppini, Research and Communication Director di GS1 Italy, di anticiparci alcuni punti del suo intervento in occasione del terzo appuntamento di quest’anno con Green Retail LAB, durante il quale tratteremo il tema della filiera alimentare sostenibile.

> Negli ultimi anni il settore alimentare ha avuto una sensibile accelerazione nello sviluppo di soluzioni per garantire una filiera sostenibile: temi quali l’attenzione per l’ambiente, il benessere animale, la tracciabilità e origine degli ingredienti, il rapporto con il territorio, la lotta allo spreco sono diventati di importanza strategica per le aziende, oltre che assumere un ruolo di rilevanza dal punto di vista sociale. Quali le principali aree di attenzione e le priorità strategica per Industria e Retail a vostro avviso?

Tra le priorità dell’agenda 2019-2025 della Commissione europea spiccano in particolar modo due temi: il Green deal e il Digital deal, fra loro fortemente interrelati.

I punti di contatto con l’agenda di GS1 Italy sono diversi. Tra gli altri ricordiamo i progetti per un impatto ambientale neutro o positivo della filiera alimentare, la lotta allo spreco alimentare e alle frodi alimentari, un’etichettatura nutrizionale, un’etichettatura relativa al benessere degli animali e un’etichettatura di sostenibilità.

Sul fronte del ruolo che in questo processo gioca GS1, è significativo quanto sottolineato da Ilias Iakovidis, Adviser della direzione generale Connect della Commissione europea:

  • La strategia consiste nell’interconnettere tutti i dati rilevanti per l’economia circolare: i dati sui prodotti, sulla protezione dell’ambiente, per la produzione.
  • Per collegare e rendere leggibili i dati occorre usare degli standard.
  • I dati non sono solo appannaggio del BtoB, ma anche del BtoC: occorre consentire ai consumatori di comprendere che cosa sia realmente sostenibile e cosa no, per dargli informazioni in maniera standardizzata che consentano scelte consapevoli.

> Dal vostro Osservatorio emerge come la sostenibilità sia diventata sempre più anche un tema di comunicazione e come questo fenomeno coinvolga sia l’offerta che la domanda: quale l’impegno da parte delle aziende, sia di produzione che di distribuzione, a fronte di una crescente sensibilità da parte del consumatore?

Le etichette sono ormai diventate un vero e proprio canale di comunicazione delle aziende (industriali e distributive) per trasferire al consumatore informazioni e claim che raccontino le caratteristiche distintive dei prodotti.

Nel dinamico mondo delle etichette dei prodotti di largo consumo, l’area emergente di questi ultimi mesi è senza dubbio quella della sostenibilità. Sono sempre più numerosi i prodotti sulle cui etichette viene segnalato l’impegno delle aziende nel miglioramento del loro impatto ambientale lungo tutta la filiera. Il fenomeno riguarda sia l’offerta che la domanda; un maggior impegno da parte delle aziende a fronte di una crescente sensibilità da parte del consumatore.

L’Osservatorio Immagino conta oltre 26 mila i prodotti coinvolti (quasi il 22% del totale) che nel 2020 avevano realizzato oltre 10 miliardi di euro di giro d’affari (26,2% del totale), in crescita di +7,6% rispetto ai 12 mesi precedenti. Se è vero che oggi si compra non più solo in base alla disponibilità dei prodotti e alle preferenze di marca, ma anche in base alle informazioni presenti in etichetta, qui si giocherà una bella fetta della competizione. Anche su aspetti una volta considerati meno importanti come la riciclabilità delle confezioni; la marca del distributore indica la possibilità di riciclo in tre confezioni su quattro, mentre i brand lo fanno nella metà dei casi.

> L’attenzione al tema della sostenibilità si sposa con quello della circolarità in ogni fase del ciclo di vita dei prodotti, dalla loro produzione sino alla gestione dei rifiuti. Cosa è cambiato dal punto di vista del coinvolgimento dei consumatori?

Possiamo vedere come l’informazione sulla riciclabilità veicolata attraverso le etichette sia in crescita. E l’informazione “paga”; nel corso del 2020 sono aumentate le vendite dei prodotti che comunicano la riciclabilità del pack, mentre, al contrario, il bilancio è stato negativo per chi non ha comunicato nulla. In un futuro prossimo l’attenzione del legislatore verso questi temi darà un’ulteriore spinta al fenomeno. La parola sostenibilità ha definitivamente trovato un posto stabile nelle strategie aziendali. Azioni concrete e misurabili eviteranno che il suo significato sia diluito o svuotato, ma anzi daranno una spinta per un suo ulteriore rafforzamento.

 L’appuntamento con “Green Retail Lab. La filiera alimentare sostenibile” è il 14 luglio, dalle 09.30 alle 12.30. La partecipazione è gratuita.

Agenda completa e iscrizioni a questo link. 

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