Il retail punta su omnicanalità e logistica. Ma pesano inflazione e canoni di locazione

Magazzini tech e veicoli elettrici tra le priorità. Le strategie per il futuro prevedono una gestione attenta dei costi e delle risorse, con l’attuazione di misure di efficienza energetica. Il report di Cbre

Acclarato che il negozio non verrà sostituito in toto né dall’e-commerce e nemmeno dal metaverso, lo sviluppo del retail che già si osserva è di luoghi potenziati dai supporti che la tecnologia ha saputo sviluppare negli anni, contribuendo ad aumentare il dinamismo nel mondo del commercio. Cbre, società di consulenza immobiliare, ha cercato di identificare le nuove tendenze con un’indagine dal titolo “Italy Retail Occupier Sentiment Survey 2023”, realizzata dal Team Research Italia di Cbre.

Intanto, l’intenzione è di continuare a crescere: infatti, un quarto circa degli intervistati si dichiara determinato a un’espansione significativa e quasi la metà (46%) punta ad un’espansione moderata. I settori vincenti saranno abbigliamento e accessori per il 34%, seguiti da un 18% che punta alla ristorazione. Sui luoghi, le scelte sembrerebbero privilegiare la ricerca di visibilità assicurata, quindi, centri commerciali dominanti e high street saranno i prediletti; in particolare, per health&beauty, gioielli e accessori meglio le vie centrali mentre ristorazione, abbigliamento, fai-da-te e casalinghi preferiranno location “out-of-town”.

Gli spazi desiderati però costano, e costano sempre di più se sale la domanda, ed è quanto sta succedendo, la risposta è fatta di rinegoziazioni, break option e richieste di incentivi alla chiusura dei contratti. Città più gettonate Milano, con un +22% e Roma, con +18%, viceversa, per l’out-of-town vince Roma con un +7% meno della metà per Milano (+3%).

Per i negozi la sfida dell’e-commerce puro è già vinta: i fatturati salvi, anzi, potenziati proprio grazie alle sinergie con l’e-commerce ma, per il 69% dei retailer rispondenti, lo store rimane più produttivo dell’online, che però offre il vantaggio di ampliare il ventaglio di possibilità di raggiungere un pubblico più vasto. Ci sono obiettivi di fatturato, nei prossimi tre anni, sull’online per oltre il 64% ma, per meno di uno su tre, la percentuale di fatturato online supererà il 10% del loro fatturato target, mentre solo per il 13% sarà superiore al 20%.

Il vero cambiamento lo evidenzia lo spazio che oggi i retailer danno all’omnicanalità: il 27% ha aumentato nei propri negozi lo spazio dedicato al ritiro degli ordini online, altri al magazzino (9%) e il 23% ha creato aree per showroom e per l’esposizione dei prodotti. La logistica diventa, quindi, strategica, magazzini tech e robotizzati e veicoli elettrici sono tra le priorità, per una supply chain che, al momento, sembra soddisfare i retailer, ma la ricerca di spazi adeguati per i propri centri distributivi per ampliare le proprie opportunità è in cima alla loro lista, cui segue la verifica della presenza sul territorio di lavoratori adeguatamente formati.

La spinta ad investire però incontra qualche freno: secondo il 74% degli intervistati, nel 2022, a generare la maggiore pressione è stato l’impatto dell’indicizzazione Istat sui canoni di locazione, che è stato percepito come medio-forte sull’effort rate. Inoltre, il persistere di un’elevata inflazione nel 2022 e un’attenzione crescente alla spesa energetica, sono elementi che continueranno a preoccupare anche nei prossimi 12 mesi. Le strategie per il futuro prevederanno, quindi, una gestione attenta dei costi e delle risorse, considerando contratti di locazione più vantaggiosi, implementando misure di efficienza energetica per ridurre i consumi o considerando energie alternative.

Infine, non poteva mancare uno sguardo alle tematiche legate ai paradigmi Esg, sempre più integrate nelle policy delle aziende, a partire dalle politiche di circular economy, già adottate da oltre il 66% delle aziende intervistate dalla survey. Coinvolta anche la scelta degli immobili, che il 77% dei retailer preferisce dotati di elevati standard Esg, in particolare, energeticamente efficienti, aspetto rispetto al quale un retailer su quattro si dichiara insoddisfatto relativamente alla propria rete distributiva.

In sintesi, la voglia di espansione c’è e come sempre guida i retailer, cambiati in parte i criteri di scelta, sia per l’ormai acclarata omnicanalità, necessaria per qualsiasi insegna, sia per quanto riguarda ambiente e sicurezza, impossibili (per fortuna) da ignorare per il presente e il futuro.

Fonte: repubblica.it

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