Le sfide per un ecommerce più green: l’80% dei consumatori premia la sostenibilità

Quasi l’80% dei consumatori italiani preferisce effettuare acquisti online da marchi che hanno introdotto politiche di sostenibilità, ma meno del 50% delle imprese del Paese ha investito in questo ambito e fra chi manca all’appello meno di 1 su 10 intende farlo. Una grande spaccatura quella che emerge dalla ricerca che abbiamo fatto insieme a Confcommercio Roma e in collaborazione con Format Research, che ha coinvolto 400 pmi e 400 consumatori.

Le sfide sono molteplici e le soluzioni non sempre di facile implementazione: spesso, infatti, si tratta di cambiamenti che vanno a incidere su tutto il ciclo di vendita del prodotto, con un forte impatto anche in termini di investimenti, e questo, sicuramente, è uno dei motivi per cui il 52% delle aziende è ancora oggi restio a intraprendere questo percorso. Tuttavia, è evidente come le imprese che adottano pratiche green e promuovono prodotti ecosostenibili hanno maggiori possibilità di attrarre i consumatori. La domanda sorge spontanea: cosa possono fare gli ecommerce per rispondere al meglio a questo trend? Innanzitutto, il packaging. Gli investimenti destinati a packaging sostenibili e riciclabili sono in cima alle priorità delle aziende che investono in sostenibilità, intervenute su quest’aspetto per il 76,8%. Dato è in linea con le preferenze dei consumatori: per il 71,4% di questi, l’uso di packaging riciclabile e non inquinante è il fattore più rilevante. Ridurre la quantità di imballaggi e adottare materiali sostenibili è quindi il primo obiettivo. Secondo uno studio McKinsey, lo smaltimento degli imballaggi dei prodotti acquistati online pesa oggi quasi 20 volte di più in termini di emissioni di CO2 rispetto a quello per gli acquisti in negozio. Un dato su cui non si può sorvolare.

Segue la logistica. Il ricorso a mezzi di trasporto eco-friendly per le spedizioni viene al secondo posto per il 52,7% dei consumatori, mentre ancora non sembra tra le priorità delle aziende. In ogni caso, il 38,7% delle imprese è disposta a spendere di più per un servizio di logistica carbon free e sostenibile. Di queste, il 68,2% accetterebbe di spendere fino al 5% in più. Rendere la logistica più efficiente e ridurre l’impatto ambientale dei trasporti è possibile: ad esempio con l’adozione di veicoli elettrici o l’ottimizzazione delle rotte di consegna, magari con il supporto di applicazioni d’intelligenza artificiale.

Altro tema, i resi: secondo dati SaleCycle, il 20% degli acquisti online nel mondo viene rimandato indietro e, in Europa, i resi aumentano del 63% ogni anno. Ma questo significa raddoppiare le emissioni legate al transito dei pacchi: secondo i nostri dati, ogni reso spedito genera infatti emissioni pari a circa 180 kg di CO2. Senza contare il loro impatto in termini di rifiuti – i prodotti spesso non sono reimmessi sul mercato. Tra le strategie per risolvere il problema, hanno un ruolo di primo piano il miglioramento della qualità delle informazioni sui prodotti, in modo che i consumatori possano fare scelte più consapevoli e con meno ripensamenti, e l’implementazione di processi di gestione dei resi efficienti, puntando quindi sulla logistica inversa.

Maggiore attenzione viene invece riservata dalle imprese al tema energia. Le tecnologie per la fruizione di energia da fonti rinnovabili rappresentano la seconda ragione di investimento in sostenibilità, con il 25,2% delle aziende che investe in sostenibilità che ha già preso iniziative in questo senso. Il 15,9% ha investito poi in interventi strutturali per il risparmio energetico. Quindi, tecnologie efficienti, fonti di energia rinnovabile e riduzione degli sprechi sono un altro fronte rilevante, in cui comunque c’è ancora un ampio margine di miglioramento.

Infine, senz’altro è da incoraggiare l’adozione di pratiche di riciclo e di economia circolare per gestire i prodotti anche alla fine della loro vita utile. Nell’Unione Europea si producono 2,2 miliardi di tonnellate di rifiuti: è evidente come sia prioritario intervenire urgentemente per la riduzione di questa cifra. E questo è possibile attraverso varie forme di riciclo e introducendo buone pratiche per la riparazione dei prodotti. Una strategia che permette tra l’altro di continuare a generare valore.

Fonte: ilsole24ore.com

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