Amazon, in stallo le vendite delle private label

Amazon store count tops 600

L’abbigliamento rappresenta l’88% delle private label di Amazon, ma genera solo l’1% delle loro vendite. A dirlo è un report del portale di data-research Jungle Scout, diffuso da Bloomberg, che evidenzia inoltre una particolare sofferenza dell’universo femminile, con marchi che vendono meno di 100 articoli al mese. “Amazon – si legge nel report di Jungle Scout – ha investito parecchio nelle label di moda donna, ma i nostro dati sottolineano come la performance sia ancora poco soddisfacente”. I consumatori, sempre secondo Jungle Scout, sono più propensi ad acquistare prodotti a marchio Amazon quando questi sono connessi alla tecnologia: i device hi-tech del colosso guidato da Jeff Bezos, come smart speaker Echo, tablet Fire e supporti per la Fire Tv, generano infatti il 60% del giro d’affari di prodotti targati Amazon.

“Le vendite di abbigliamento, di arredo e di prodotti di fascia alta fanno fatica su Amazon. Con ogni probabilità è perché si tratta di prodotti da toccare con mano. Le donne vogliono provare i loro vestiti prima di comprarli. I mobili devono essere visti e toccati”, ha spiegato Greg Mercer, direttore generale e fondatore di Jungle Scout.

Una delle risposte del gigante di Seattle allo stallo delle vendite potrebbe essere il potenziamento del servizio Prime Wardrobe, che offre ai membri di Amazon Prime l’opportunità di provare i vestiti comprati sul sito prima di acquistarli, e di renderli gratuitamente entro una settimana nel caso non vadano bene.

“Il repost di Jungle Scout – spiega Bloomberg – mostra come di brand di apparel di Amazon non stiano beneficiando dell’interesse crescente dei consumatori per lo shopping online. Secondo Internet Retailer, nel 2017 le vendite online hanno toccato il 27% delle vendite di abbigliamento negli Stati Uniti, in crescita dal 21% registrato nel 2015?.

Tratto da pambianconews.com

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