Il centro commerciale è offline

I centri commerciali sono alla costante ricerca di nuovi servizi che possano migliorare la shopping experience del consumatore, puntando molto spesso su soluzioni digitali innovative. Il risultato è una sorta di “terra di mezzo”, dove la tecnologia è sempre più protagonista dello store fisico.

Oggi i centri commerciali sono chiamati a ripensare le aree comuni, trasformando le tradizionali aree gioco e le passerelle pop-up in esperienze realmente immersive e customer-centric. In Inghilterra, ad esempio, Westfield e Bluewater hanno creato degli originali champagne-bar, che coinvolgono i clienti in momenti di pausa dallo shopping attraverso un’esperienza realmente nuova. Altri centri commerciali, frequentati da un target di clientela più popolare, hanno seguito l’esempio realizzando dei punti ristoro con bevande alcoliche meno pregiate.  Altri shopping mall, soprattutto negli USA, hanno cercato di fare del divertimento e dell’intrattenimento l’aspetto attrattivo principale. Questo è dovuto al grande calo delle vendite registrato a causa della concorrenza dell’e-commerce, che ha spinto a puntare su ristoranti raffinati, pop-up di marca e attività sportive integrate nei centri dello shopping.

Per il commercio al dettaglio moderno è molto difficile conquistare i clienti di sesso maschile, poiché ormai da tempo prediligono l’acquisto on-line. Quindi, come riportare gli uomini nei negozi fisici? Fornendo un valore aggiunto come la consulenza specializzata e servizi di valore per il successivo utilizzo del prodotto. Inoltre, non bisogna dimenticare le aree relax. Quest’ultime sono fondamentali per i mariti, che spesso le occupano in attesa delle mogli impegnate a fare shopping nei negozi del mall. Questa non è una rivelazione, ma dimostra come i centri commerciali possono effettivamente utilizzare lo spazio e il design  per migliorare l’esperienza del cliente e aumentare le possibilità di ritorno.

Infine, sarebbe sciocco ignorare la crescente popolarità dello shopping online. Sia che si tratti di showrooming o webrooming,  i rivenditori devono trovare un modo per facilitare e migliorare entrambe le esperienze, invece di convincere i clienti che uno è più sorprendente dell’altro. Un modo efficace è aumentare la quantità di tecnologia in-store, ad esempio utilizzando un tablet per verificare rapidamente se un prodotto è presente in magazzino.

In sostanza, sia che si tratti di un touchscreen o di un champagne bar, la cosa fondamentale è dare ai consumatori una proposta di valore aggiunto. Non solo in confronto all’e-commerce,  ma anche  rispetto ai centri commerciali standard del passato.

 

A cura di Retail Project

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