Illy vuole quotare l’extra caffè entro un anno

Nel futuro di Illy c’è una nuova holding per tè e cioccolato, come mezzo per accelerare la crescita delle attività collegate del gruppo e portare in Borsa i business diversi dal caffè. Lo ha dichiarato su Affari e Finanza di Repubblica Riccardo Illy, presidente del gruppo e azionista con poco più del 23% al pari dei fratelli Andrea e Anna, mentre una quota superiore al 20% è controllata dal quarto fratello Francesco e il residuo 10% resta a disposizione della madre Anna Rossi.

Riccardo Illy, secondo quanto riporta l’inserto settimanale dell’economia di Repubblica, sta lavorando all’ingresso di un partner finanziario in una nuova holding, dove verranno raggruppate le attività diversificate, destinate poi a essere quotate. Un piano da attuare nel 2019. 

In sostanza, anziché il caffè, il gruppo Illy starebbe pensando di iniziare a quotare gli altri business e in particolare quelli del tè, dove il gruppo Illy opera come proprietario al 77% di Dammann Fréres (33,5 milioni di ricavi nel 2017) e del cioccolato, con il 100% di Domori (circa 17 milioni di euro lo scorso anno). Su Dammann, per la quale pare che Illy abbia ricevuto un’offerta pari a 100 milioni di euro per la vendita (“Non faccio cifre. L’ordine di grandezza è quello”, ha risposto il presidente del gruppo), Illy evidenzia come nel giro di dieci anni la società si sia trasformata da 70% terzista a 90% operatore con marchio proprio. Quanto a Domori, quest’anno per la prima volta da quando è in Illy la società dovrebbe raggiungere il pareggio di bilancio, essendo finora sempre stata in perdita. “Abbiamo preso anche una quota nella Fgel di Firenze, che ha aperto sette bar-gelaterie con il marchio Bonetti, all’interno di centri commerciali e outlet. Forniamo caffè, tè e cioccolato e prevediamo prossime sinergie anche con Agrimontana, la partecipata che produce frutta conservata e prodotti per le gelaterie”.

Quanto al vino, si tratta di un settore strategico in fase di reinvestimento. “Prevediamo di raggiungere i 100 milioni di fatturato sia con Dammann che Domori, e poi reinvestire nel vitivinicolo, che a livello globale fattura più di caffè, tè e cioccolato messi insieme”. Intanto la controllata Mastrojanni sta crescendo, da 24 ettari nel 2008 ai quasi 40 di oggi, e a Montalcino non solo stanno completando le nuove cantine, ma entro l’anno saranno completati i lavori per il relais tra le vigne del Brunello.

“In questi anni – afferma Illy – è come se avessimo caricato la molla, ora siamo pronti. È importante, ad esempio, aver raggiunto il momento in cui tutte le controllate sono in utile, come contiamo accada quest’anno. Dammann è previsto che raggiunga la soglia dei 40 milioni di ricavi, Domori i 20 milioni, Agrimontana circa 22”.

Tratto da wine.pambianconews.com

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