Postalmarket debutta nell’economia circolare

Postalmarket investe sull’economia circolare. Lo storico catalogo, nuovamente in edicola e per la prima volta online dallo scorso ottobre, ha appena lanciato un progetto green grazie all’accordo siglato con il marchio di abbigliamento Seay, inventore del modello brevettato di valorizzazione dei capi usati denominato ‘Re3: Re-Sell / Re-Use / Re-Generate’ (rivendi, riutilizza, rigenera). Il deal fa sì che acquistando on line un capo d’abbigliamento nuovo, il cliente potrà al tempo stesso riciclare un suo usato, utilizzando senza alcun costo aggiuntivo il modello Re3. Il capo usato consegnato sarà dunque impiegato in una delle tre destinazioni previste: rivendita, riuso tramite donazione benefica a persone bisognose oppure rigenerazione del tessuto per ottenere nuova materia prima seconda. Consegnando il proprio usato il cliente potrà beneficiare di un green bonus ossia uno sconto del 15% sul prossimo acquisto on line. Un modello di economia circolare chiusa applicato al settore dell’abbigliamento in maniera trasparente, sviluppato per incentivare la donazione di indumenti usati che saranno valorizzati, prolungandone la vita.

Molti dei marchi italiani presenti sull’e commerce di Postalmarket hanno deciso di aderire al modello Re3, consentendo ai propri clienti di riciclare i propri capi usati attraverso l’acquisto di capi nuovi. In questa fase di avvio, comunica l’azienda, saranno complessivamente un migliaio i capi disponibili sul sito Postalmarket inclusi nel modello Re3. In pratica i clienti Postalmarket possono beneficiare dell’iniziativa acquistando on line, flaggando l’apposita casella di adesione al servizio e consegnando un indumento usato della stessa categoria merceologica. In pochi passaggi è possibile beneficiare dello sconto sull’acquisto successivo. Attraverso un’interfaccia digitale ogni singolo capo usato può essere tracciato tramite un Qr code univoco. In questo modo il cliente può monitorare i suoi indumenti usati e sapere come sono stati impiegati.

Secondo uno studio pubblicato dall’organizzazine Wrap nel 2014, estendendo di nove mesi il ciclo di vita degli indumenti già in nostro possesso, è possibile arrivare alla riduzione dell’impronta ambientale del nostro guardaroba del 30% circa, in termini di emissioni di Co2, consumo d’acqua e produzione di rifiuti. Il modello Re3 brevettato dalla startup italiana Seay Società benefit, è stato ideato due anni fa come progetto innovativo con l’obiettivo di estendere la definizione di economia circolare. I dati sin qui raccolti evidenziano come il 70% delle vendite effettuate portano alla restituzione di un capo usato. Di quanto raccolto il 60% circa viene rivenduto come second hand, il 20% rigenerato, il 15% riutilizzato grazie alle donazioni effettuate e solamente il 5% viene scartato per motivi tecnici. Il 95% dei capi ricevuti trova quindi un nuovo utilizzo secondo una delle tre strade previste da Re3.

Fonte: pambianconews.com 

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