Basta “diamanti sporchi”: Pandora annuncia che userà solo pietre sintetiche

Ad appassionarsi ai loro ciondoli e bracciali sono soprattutto i giovani, consumatori in media molto più attenti alle tematiche ambientali. È per fare presa anche sulla loro sensibilità ecologista che Pandora, uno dei maggiori produttori al mondo di gioielli, ha annunciato che non venderà più diamanti provenienti da estrazioni minerarie, ma si concentrerà sulla manifattura di diamanti sintetici.

L’amministratore delegato di Pandora, Alexander Lacik, nell’annunciare la svolta sostenibile sia dal punto di vista ambientale, sia da quello sociale ( critiche e mobilitazione contro i cosiddetti “blood diamond”, i diamanti sporchi di sangue, è stata notevole negli ultimi anni) ha motivato la decisione dell’azienda dichiarando alla Bbc che “è la cosa giusta da fare”.

Nei mesi scorsi Pandora, che nel 2020 ha venduto oltre 85milioni di gioielli in tutto il mondo, aveva già annunciato l’impegno a usare soltanto oro e argento riciclati per le sue produzioni entro il 2025. “Argento e oro sono i metalli più usati per i gioielli – afferma il comunicato della compagnia – perciò il passo più importante verso l’economia circolare nella nostra azienda deve partire da qui”.

Una questione di ambiente e di etica

L’uso di diamanti sintetici e di metalli riciclati ha un impatto notevole sulle azioni per contrastare l’emergenza climatica. In particolare, l’uso di argento e oro da recupero riduce l’emissione di Co2, l’uso di acqua e minimizza il problema delle scorie di lavorazione, materiali altamente inquinanti responsabili di avvelenamento di terreni e falde acquifere. Pandora valuta che usando metalli riciclati nelle sue produzioni eviterà l’emissione di 37mila tonnellate di Co2 all’anno.

Quanto ai diamanti sintetici, la compagnia avrà anche un notevole risparmio economico, poiché le pietre da estrazione sono molto più care. Dietro all’estrazione dei diamanti c’è infatti una complessa rete commerciale che spesso ha le radici in Paesi fortemente instabili, mentre i diamanti sintetici di cui si servirà Pandora sono prodotti in Gran Bretagna.

Se i diamanti sintetici sono di sicuro eticamente migliori, perché non provengono da miniere in cui i lavoratori sono sfruttati, o, come accade soprattutto in Africa, dove spesso i proventi della vendita finiscono nelle tasche dei signori della guerra, l’impatto ambientale della loro produzione è ancora in discussione. Circa il 60% dei diamanti sintetici proviene infatti dalla Cina, prodotto attraverso un procedimento conosciuto come “tecnologia ad alta temperatura e alta pressione” alimentato soprattutto da energia da combustibili fossili.

La richiesta in aumento di metalli riciclati

L’applicazione dell’economia circolare all’industria dei gioielli è comunque in sviluppo: secondo il World Gold Council, al momento l’uso di oro riciclato è il 28% del totale del metallo usato nel 2020. Il 90% dell’oro riciclato proviene da gioielli usati e il resto da una montagna di rifiuti elettronici in continuo aumento, come cellulari e pc. Gli analisti del settore prevedono che, viste le scelte di grandi produttori come Pandora, la percentuale di metalli riciclati e pietre sintetiche crescerà in maniera consistente nel giro di poco tempo.

Fonte: repubblica.it

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