Il retail dopo il Covid-19: sei tendenze per i consumi della fase 2

Quale sarà l’impatto sui consumi quest’anno e l’anno prossimo? E quali sono i trend della fase 2 e post-Covid? Se lo è chiesto Bain & Company, società di consulenza internazionale, che prevede una contrazione dei consumi tra il -20 e -25% nel 2020 e un rimbalzo nel 2021, ma sempre ben al di sotto dei valori del 2019 per almeno un 5-10%.

E l’auspicio è che il Sistema Paese supporti il retail con ingenti contributi per sostenere la ripartenza, stimati tra i 20 e 30 miliardi di euro, altrimenti difficile immaginare un domani.

E anche questo non sarà sufficiente comunque per garantire ai retailer il successo in futuro, poiché dovranno anche ripensare ed “attualizzare” con urgenza la loro risposta al mercato, alla nuova-normalità che ci aspetta, come riscontra Andrea Petronio, partner della società.

“Sono 6 le tendenze di consumo che si stanno delineando, che si stanno plasmando con una rapidità mai riscontrata il nuovo panorama di mercato” e “occorre che i retailer le interpretino al meglio se vogliono arginare e reggere alla crisi per poi superarla da vincitori”.

Ma vediamo insieme come gli italiani stanno cambiando… e cosa vorranno all’avvento di quella che definiremo neo-normalità?

Compra online. Il lockdown ha incentivato la spesa online. La distribuzione (grande e piccola) si è attrezzata in tutti i modi possibili, facendo sì che il delivery, la consegna a domicilio, entrasse a tutto campo nelle case degli italiani ma, se il fermo terminerà, il ricorso all’e-commerce invece rimarrà. “E l’aumento dell’online va però di pari passo all’ultra-prossimità, ossia tempi di consegna piu? rapidi, disponibilita? del prodotto e offerte personalizzate” spiega Andrea Petronio.

Compra italiano. L’attenzione alla sostenibilità di filiera, già presente nel periodo pre-Covid, prende anche le nuance del neo-patriottismo, quindi, attenzione alla provenienza e al Km0, vissuto oltre che come garanzia di freschezza e salubrità, anche in termini di solidarietà con la comunità di appartenenza; anche nel grocery la preferenza andrà ai prodotti made in Italy. “L’aumento del ‘nazionalismo’ spingera? la crescita dei marchi locali rispetto ai marchi globali, i rivenditori saranno spinti a diventare piu? ‘local’ nell’assortimento e nella filiera” afferma Petronio.

Condividere è bene. Continuerà la solidarietà, incontrastata protagonista dell’ultimo mese, più attenzione ad anziani e persone in difficoltà e maggiore riguardo verso le attività di beneficienza e volontariato. “I consumatori saranno particolarmente attenti al ‘non essenziale’, incrementando il ricorso alla sharing economy, a beneficio anche di un pianeta che “respira meglio/meno inquinato”. Sarà necessaria quindi una revisione anche ‘profonda’ dell’offerta o e servizi, con opportunità per ridurre la complessità e testare nuovi prodotti”.

Insieme è bello. La vita in famiglia ha fatto riscoprire alcune abitudini andate perdute, il ritorno in cucina non sarà momentaneo. In questi mesi, abbiamo scoperto anche una nuova modalità di socializzare da Facetime a Skype, il trionfo di Zoom e così gli houseparty continueranno. E poi lo smart working, per molti una prima volta, è entrato d’imperio nelle vite aziendali, stabilendo nuovi rapporti, un diverso modo di dialogare e una maggiore familiarità con gli strumenti informatici.
Il bilanciamento tra casa e lavoro prende un nuovo respiro dove ognuno è più libero di allocare il tempo armonicamente.
Aumenterà, in questo senso, anche l’offerta, come già succede a New York, dove alcune discoteche hanno fatto di necessità virtù, aprendo le porte a party virtuali con deejay conosciuti, ingressi a pagamento (80$ se si vuole il privée) e dress code.

Sicurezza e comunità. Rimarrà come “conditio sine qua non” la richiesta di sicurezza, la salubrità prende le vesti dell’igiene, della pulizia richieste al prodotto (e ai punti di vendita). Sicurezza anche informatica: l’apertura allo smart working rende le reti più aperte, quindi più fragili; così come il ricorso al home-banking, alla carta di credito, le rassicurazioni in merito alla sicurezza saranno fondamentali per garantire un rapporto duraturo postcovid. Secondo Bain & Company, nella neo-normalità vedremo dunque un “desiderio crescente degli shopper per un’esperienza in-store piu? ‘amplificata’ che unisca anche sicurezza e ‘magnificenza’ dello stare assieme.”.

Convenienza è risparmio. La declinazione di queste tendenze coniugate con la crisi daranno vita a una “caccia estrema alla convenienza” come spiega Petronio: “La crisi economica amplificherà le disparità sociali e aumenterà, speriamo solo nel breve, disoccupazione e ridotto potere di acquisto; nel complesso tutti i consumatori saranno sensibili ai prezzi e cauti nelle spese, data l’incertezza verso il futuro. A questo si unirà la necessità per il retail di rianalizzare comportamenti e attitudini, per essere in grado di rispondere puntualmente a ultra nicchie e la richiesta crescente di personalizzazione” cosa resa più semplice dal maggiore afflusso della domanda tramite web e quindi con la generazione di un monte dati che, se letti correttamente e rapidamente, possono dare indicazioni precise su come orientare l’offerta da parte dei retailer, senza perdere un treno che passerà a velocità elevatissima appena potremmo riaffacciarci fuori dalle nostre abitazioni.

Fonte: repubblica.it

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