L’impatto del coronavirus sull’attività di Kingfisher

La pressione per l’impatto del Coronavirus sul mercato è alta e anche la multinazionale Kingfisher non ne è esente. In questo contesto l’azienda ha voluto fornire un aggiornamento non solo sull’impatto della pandemia di COVID-19 sulla sua attività ma anche sulle misure che sta adottando per gestire attivamente i rischi per i suoi clienti, colleghi e operazioni.

In seguito all’annuncio da parte del governo francese di sabato 14 marzo di chiudere tutti i luoghi non essenziali utilizzati dal pubblico, in vigore dalla mezzanotte di domenica 15 marzo, tutti i 221 negozi Castorama e Brico Dépôt in Francia rimarranno chiusi fino a martedì 14 aprile compreso. Inoltre, i 28 negozi presenti in Spagna sono stati chiusi fino a domenica 29 marzo compresa, a seguito della dichiarazione del governo di uno stato di emergenza di 2 settimane. Per mitigare le implicazioni di queste chiusure si sta lavorando su percorsi alternativi per continuare a servire i clienti (ad esempio tramite clic&collect o consegna a domicilio). I restanti 1.100 negozi Kingfisher in tutto il Regno Unito, Irlanda, Polonia, Romania, Portogallo e Russia rimangono aperti.

Riguardo la catena di approvvigionamento e disponibilità, la multinazionale sta dando priorità ai requisiti di approvvigionamento. Pur riconoscendo che ci saranno ritardi nella fornitura di beni, il rischio per la disponibilità dei prodotti è attualmente considerato gestibile. L’inventario netto alla fine di febbraio era di 2,6 miliardi di sterline e la disponibilità di titoli nei mercati principali rimane elevata. La società ha uffici di approvvigionamento globali in Cina, altri paesi asiatici ed Europa. Circa il 25% del costo totale annuo delle merci vendute proviene direttamente dall’Estremo Oriente. Regolari gli acquisti anche dall’Europa orientale e occidentale, compresa l’Italia (circa 4% del costo del venduto). In Cina, oltre il 95% delle fabbriche dei loro fornitori ha riaperto, con capacità in crescita. Inoltre, circa i due terzi degli ordini di prodotti outdoor e stagionali sono stati spediti prima del capodanno cinese. In questo momento oltre l’85% degli ordini effettuati ha un ritardo di meno di 4 settimane rispetto al programma originale. In Italia permangono incertezze su come le merci possano essere trasportate.

Fino a sabato 14 marzo non c’è stato alcun impatto sulla domanda. Nel febbraio 2020, le vendite LFL del Gruppo sono state del +7,6%, o +2,3%, escludendo l’impatto dell’anno bisestile. Nelle prime due settimane di marzo (fino a sabato 14 compreso), le vendite LFL del Gruppo hanno continuato a essere positive, con una crescita in tutte le attività all’interno dei mercati principali, fortemente supportata dalle vendite ecommerce. Tuttavia, vi è una significativa incertezza sulle vendite e sulla domanda con il diffondersi dell’epidemia e dalle azioni di contenimento e riduzione dell’impatto da parte dei governi e delle imprese centrali.

Fonte: bricomagazine.com

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