Ottobre nero per il retail Usa. Si spera sui provvedimenti di Trump

Lo scorso ottobre, il retail americano ha registrato il taglio di 8.300 posti di lavoro, vera e propria emorragia cui la Casa Bianca è da tempo chiamata a trovare una soluzione. Dopo i 2.500 ruoli tagliati a settembre (a pesare, a fine estate, è stato anche l’impatto degli uragani Harvey, Irma e Maria), il mese scorso il settore delle vendite al dettaglio ha dovuto fare i conti con l’acuirsi della crisi delle grandi catene, tanto che l’assunzione di personale extra in vista delle festività (già annunciata da Macy’s (nella foto), Nordstrom Target) difficilmente potrà invertire i dati sull’occupazione.

Dal canto suo, a un anno dalla vittoria alle urne, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha approvato il progetto di alleggerimento fiscale alle imprese tracciato a settembre, il cui focus è il taglio netto al 20% della corporate tax, l’imposta sul reddito delle aziende, che oggi si aggira intono al 35 per cento. Questo taglio, che la stampa americana ha già definito come “il più generoso da decenni”, porterà a una riduzione della pressione fiscale per circa 1.500 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni. 

“Se questa proposta diventasse legge entro Natale – ha spiegato a Wwd Matthew Shay, presidente e ceo della National Retail Federation americana – questo sarebbe il regalo perfetto per gli americani e per l’economia del Paese”. Per Shay la riduzione della corporate tax si tradurrà in nuovi investimenti e, quindi, nella creazione di posti di lavoro. Meno ottimistiche le stime del think tank di Economic Policy Group, per il quale un taglio così netto delle imposte, per reggere, deve andare in parallelo con l’aumento della pressione fiscale su altri settori.

L’approvazione del nuovo progetto si affianca all’annuncio dell’introduzione di nuove certificazioni a tutela ‘made in Usa’, altro cavallo di battaglia di Trump, che si è impegnato a incontrare piccole e medie aziende per studiare l’autenticazione dei prodotti e combattere la contraffazione. Secondo quanto stimato da Reuters, ogni anno gli Stati Uniti subiscono un danno di 300 miliardi di dollari (circa 260 miliardi di euro) in furti di proprietà intellettuale.

Tratto da Pambianconews.com

Vuoi diventare socio

di Retail Institute Italy?