Rapporto Coop 2015

Se il 2014 è stato l’ennesimo anno in attesa di una “ripresa che non c’è stata”, come sarà il 2015? Le previsioni di Coop, in base al Rapporto “Consumi e distribuzione” redatto in collaborazione con Ref Ricerche e Nielsen, vedono almeno un po’ di luce in fondo al tunnel. Le famiglie italiane, infatti, allenteranno, seppur di poco, la cinghia e il recupero benché lieve del Pil, quantificabile in un + 0,5%, consentirà un minimo di sollievo. Così i consumi delle famiglie che già nel 2014 hanno smesso di cadere (+0,3%) mostreranno nel 2015 un segno positivo: +0,7%.

Al fianco di smartphone e tablet ancora in crescita (+5%) riprenderanno vita soprattutto i consumi di sostituzione per i beni durevoli (i grandi elettrodomestici +1,2%, ma anche l’auto +2,5%), il mercato immobiliare potrà godere di una lieve ripresa delle compravendite. Attesa una ulteriore crescita per i servizi per la persona (tempo libero +2,7%, sanità (+2,1%), area benessere (+2,0%).

Stagnante o con margini di recupero limitati è invece il comparto dell’alimentare dove tra il 2006 e il 2014 si è tornati indietro di ben il 12% e, proiettandosi verso il 2016, le cose non sembrano affatto migliorare: la spesa risulta ancora inferiore di quasi 20 miliardi rispetto ai livelli di dieci anni prima.

Ancora troppe le variabili (tra cui l’andamento ancora preoccupante della disoccupazione e il conseguente degrado sociale) per decretare la fine della crisi, ma la speranza è che un po’ di cauto ottimismo possa prender piede. E Coop spera di contribuire in questo senso con le importanti iniziative di ribasso dei prezzi.

Tornando alle cifre del rapporto, il 2015, ottavo anno dall’inizio della crisi, presenta più opportunità che rischi e se il 2014 è andato in archivio con una flessione del Pil quantificabile in un –0,4%, l’anno da poco iniziato avrà a favore di una possibile inversione di tendenza una politica di bilancio pubblico, dopo anni, un po’ meno restrittiva e soprattutto la discesa dell’inflazione e il conseguente incremento del potere d’acquisto delle famiglie dovuto soprattutto alla forte contrazione del prezzo del petrolio.

Dentro a queste cifre, nel 2015, il vero “vincitore” sarà ancora una volta il mondo dell’online: l’eCommerce ha fatto segnare nella stagione natalizia una crescita stimabile in quasi il 30% e dai 14 miliardi del 2014 è atteso arrivare nel prossimo quinquennio oltre quota 40 miliardi annui.

In fondo alla classifica dei consumi restano i carburanti (ancora in contrazione nel 2015 del -2,0%) l’abbigliamento e l’alimentare. La spesa degli italiani per il cibo tra il 2006 e il 2014 è purtroppo arretrata di ben 12 punti percentuali e proiettandosi verso il 2016 le cose non sembrano affatto migliorare: i consumi risultano in termini reali ancora inferiori di quasi 20 miliardi rispetto ai livelli di dieci anni prima.

Nel 2015 si rafforzeranno gli stili alimentari emergenti: le diete bio, veg, gluten free e per le intolleranze alimentari faranno comunque segnare incrementi a due cifre.

Nell’alimentare gli italiani, in questo clima di austerità, hanno maturato una eccezionale capacità che consente loro di rivoluzionare il carrello della spesa e di difendere il proprio livello di consumi pur continuando a risparmiare. Essi si giovano di un mercato sempre più ricco di opportunità dove al fianco della grande distribuzione si affermano soprattutto i nuovi specializzati (chimico, bio, surgelati, specialties alimentari) e crescono le nuove forme di approvvigionamento (autoproduzione, gruppi d’acquisto, vendita diretta, eCommerce, ecc.).

Per la Gdo le previsioni 2015 sembrano segnare una lieve inversione di tendenza (+0,4%) che privilegerà soprattutto i freschi e i punti vendita di dimensioni medio-grandi.

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