#RIpills. Covid-19 e Retail: scenari, prospettive, opportunità. Il punto di vista di Daniele Tirelli, Partner Amagi e Docente Universitario

Quali sono gli scenari attuali (impatto Covid-19 a livello economico, e/o sociale, e/o psicologico sul Retail e sull’Industria)?

Gli scenari sono, ovviamente, in divenire. Certamente, al di là degli aspetti propriamente sanitari, possiamo formulare delle ipotesi sulle prime conseguenze di natura economica. Sorvolando sugli aspetti tecnici delle grandi decisioni di politica economica delle realtà istituzionali che contano davvero su scala planetaria, la mia opinione è la seguente. Gli USA, condizionati dalle scadenze elettorali, si sono avviati sulla strada irreversibile della “monetizzazione del loro debito”. La subordinazione della Federal Reserve al governo di quella nazione la sta conducendo verso un “QE illimitato”, per cui, entro pochi mesi, potrebbe verificarsi una situazione mai prima sperimentata: un congelamento di oltre 9 trilioni di dollari nel bilancio della FED, con relativa creazione di nuova moneta. Tenuto conto dello stato della crescita reale di quella economia e del commercio mondiale, aumentano moltissimo le probabilità di una Stag-flation, per certi versi simile a quella degli anni ’70, per altri aspetti più perniciosa. La strada delle manovre espansive sarà seguita, molto più cautamente dall’Unione Europea, grazie al ruolo della Germania e dei paesi più virtuosi dal punto di vista dell’indebitamento. Questo, contrariamente alle opinioni correnti, costituirà una barriera protettiva rispetto ad impatti devastanti, derivati dal disordine mondiale, sulla fragile economia italiana.

Scenari post Covid-19: quali i segmenti più colpiti e quali quelli che reagiranno più in fretta?

Se si accetta lo scenario descritto ci si troverà in una situazione iniziale di “inflazione repressa”, cioè una domanda potenziale di servizi (legati al turismo, alla mobilità, alla ristorazione, allo sport, all’intrattenimento, ecc.) che non può essere soddisfatta nonostante l’aumento della massa monetaria. Dall’altra parte, per beni e servizi accessibili potrebbe prodursi un progressivo rincaro dei prezzi, dovuti in parte ad un aumento della domanda, in parte all’aumento dei costi, poiché la retribuzione della forza lavoro in grado di essere occupata (nell’agricoltura, nei lavori di manutenzione, nei servizi alla persona, in quelli a rischio…) dovrà aumentare. Insomma, i prezzi relativi verranno sensibilmente alterati.

Quali sono i comportamenti di consumo attesi post Covid-19?

Difficile descriverli nella loro complessità e in funzione del posizionamento sociale. Certamente, per le classi medie a reddito garantito vi sarà un innalzamento della qualità a titolo compensativo del consumo represso in altri campi. Facile prevedere una crescita della ristorazione a domicilio, o meglio del catering sviluppato oltre il fast food. La nostra distribuzione grocery, però, se si esclude Esselunga, è assolutamente impreparata a questo genere di servizio. Si spenderà di più per le varie forme di intrattenimento casalingo via TV e PC. Egualmente si espanderà la dotazione di elettronica di consumo, sia con un rinnovo delle dotazioni, sia con una maggior penetrazione. Incentivato anche il Do-It-Yourself e il giardinaggio. Tra le voci di spesa immateriali aumenteranno le assicurazioni e, forse, anche le spese per l’istruzione. Penalizzati saranno la filiera dei mezzi di trasporto, ma anche quella degli animali domestici, ad esempio.

Quali sono le possibili evoluzioni per l’ecosistema Retail?

Gli USA, che sempre anticipano le tendenze mondiali, segnalavano da 3 anni una Retail Apocalypse i cui tratti si stavano avvertendo anche in Europa, con la crisi generalizzata degli ipermercati e degli shopping mall di vecchia generazione. I prossimi 3 anni vedranno piuttosto una crescita più accelerata di insegne “price-impact-life-style” quali Eurospin, Todis, Lidl e in parte anche Aldi e MD, che si stanno già scrollando di dosso l’etichetta di “discount”. Analogamente, nel loro comparto, Acqua & Sapone, Tigotà e Risparmio Casa, godranno di un ulteriore insperata espansione. E’ prevedibile una crisi profonda del settore abbigliamento, scarpe e accessori, sia per una maggior propensione al risparmio, sia per l’azzeramento e poi la rarefazione della socialità. A che serve l’estetica personale se non posso mostrarla. Sarebbe interessante capire se sono mutate anche le abitudini della cosmetica femminile. Il settore della ristorazione ne uscirà asimmetricamente sconvolto, con una crescita della ristorazione casual a catena e la falcidia di tantissimi ristoranti a conduzione familiare, legati al turismo e alla convivialità. Ovvio dire che da tutto questo ne trarrà giovamento l’e-commerce nelle sue varie forme.

Quali le possibili evoluzioni per l’ecosistema dei produttori di Marca?

Tutto dipende dalle strategie e dalla aggressività delle insegne retail. La pandemia è stata l’occasione per liberarsi di colpo dai vincoli delle promozioni e dal peso che avevano assunto nel bilancio del venduto. Per le grandi marche, che condividevano, da lungo tempo e ambiguamente, questa leva, sarà un colpo duro. La forzata diminuzione della “infedeltà al punto di vendita”, l’accresciuta possibilità di focalizzare il cliente sulle proprie marche da parte del trade, sono un’occasione unica per ridefinire a proprio favore i rapporti di mercato con i fornitori più forti ed egemoni.

Come prepararsi al post Coronavirus?

I suggerimenti al retail sono abbastanza scontati: a) attenzione esasperata ai costi; b) riorganizzazone del lavoro accelerando lo sfruttamento delle tecnologie disponibili; c) rafforzamento della comunicazione di contenuto verso la clientela; d) irrobustimento di un proprio chiaro posizionamento distintivo (Prezzi? Qualità? Servizio?); infine, d) in base ad un target di 3 anni, cercare di vendere l’azienda oggi invece di domani se la profittabilità è in crisi e comprare domani invece di oggi, se la situazione finanziaria è in ordine. Il post-pandemia non sarà uguale per tutti e per alcuni sarà anche una grande opportunità, come dimostra lo studio serio della storia economica e sociale.

Fonte: Retail Institute Italy

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