Avanzini: “E-Commerce e digitale, la spesa assume un nuovo valore”

“In questa fase così delicata per la vita del Paese, il modello d’impresa di Conad intende implementare i servizi investendo nella protezione di clienti e dipendenti, nella riorganizzazione degli spazi interni al punto di vendita per evitare assembramenti e ridurre i tempi per fare la spesa, nell’e-commerce, della relazione digitale omnicanale”. Francesco Avanzini, dg di Conad, 3651 punti vendita, 60 mila addetti, 14,3 miliardi di fatturato nel 2019, delinea il percorso dell’azienda post-lockdown: “Pensiamo che oggi serva creare nuovo valore nella spesa estendendo la nostra offerta a bisogni più ampi e arricchendola di servizi che migliorano la relazione con l’insegna”, aggiunge il dg.

Il Covid-19 ci ha imposto tante costrizioni a cui bisogna far fronte con risposte nell’immediato (es sicurezza/distanze/organizzazione del personale etc). Costrizioni che hanno imposto alle insegne della GDO di rivedere la gestione del proprio business nell’immediato. Più difficile è capire come cambierà il modello di business post-pandemia nel medio-lungo periodo: quali sono le previsioni di Conad?
“Per operare nel settore del commercio e, a maggior ragione oggi, è necessario basare le proprie decisioni sull’analisi sociale. Come ha ampiamente dimostrato il periodo di lockdown, un supermercato non è solo un punto di vendita ma, grazie alle persone che ci lavorano e alle esigenze che soddisfa, è parte integrante del quotidiano di tanti cittadini. La grande distribuzione organizzata ha già raccolto molte sfide e altre ne ha di fronte. Queste vanno dalla gestione della coda per entrare nel punto di vendita alla tenuta della sicurezza interna al negozio, dalla semplificazione della spesa all’adozione di quella tecnologia che contribuiscono a guidare tali processi. Il nostro ruolo sarà sempre più legato ad armonizzare le scelte strategiche per affrontare i cambiamenti che l’attuale emergenza ha innescato. Sarà quindi determinante dare alle persone risposte rapide e concrete”.

Per quanto riguarda la geolocalizzazione dei punti vendita, si andrà verso una moltiplicazione di store più piccoli disseminati sul territorio? Oppure continueranno ad esistere i grandi centri commerciali o ipermercati? Se la risposta è positiva, come questi ultimi dovranno essere riprogettati?
“Siamo in un periodo in cui il mutamento delle abitudini di consumo si è accentuato ma non è ancora possibile definire il cambiamento come stabile e consolidato. Nella prima fase dell’emergenza i negozi di vicinato sottocasa sono stati gli assoluti protagonisti nella spesa degli italiani, a discapito delle grandi strutture di attrazione che sono generalmente situate fuori dai grandi centri. Questa evoluzione con la reintroduzione della libertà di movimento sul territorio tenderà ora a ridistribuire le presenze nelle strutture più grandi, ma per noi della Grande Distribuzione sarà ora necessario sviluppare offerte e servizi in grado di ridare valore alla spesa in queste strutture. Pensiamo che queste strutture ritroveranno un loro ruolo se saranno in grado soddisfare bisogni più ampi della sola spesa di largo consumo, integrando servizi importanti come il benessere della persona o i servizi finanziari”.

Il famoso termine omnichannel sarà sempre attuale? Oppure ci si orienterà maggiormente verso soluzioni interamente digitali?
“L’omnicanalità contribuisce ad evidenziare come si stia passando ad un’integrazione circolare tra il punto di vendita fisico e gli strumenti on-line mantenendo molto alta l’attenzione verso una personalizzazione dell’offerta, declinata sui bisogni e sulle esigenze delle persone. Di fronte a questa sorta di osmosi tra mondo fisico e mondo digitale, si delinea un nuovo sistema di connessione tra clienti e brand. Ed è su questo livello che opteremo e distribuiremo le risorse rivolte ad attivare i processi innovativi in grado di rafforzare la relazione con le persone”.

In questi due mesi di lockdown quanto è aumentata la vostra percentuale di acquisti effettuati tramite e-commerce rispetto al pre-Covid? Quali sono stati i problemi che avete dovuto affrontare (se ci sono stati)? E come li avete risolti?
“La crescita dell’e-commerce è stata esponenziale con richieste che sono aumentate nell’ordine delle 10 volte rispetto al periodo precedente. Questa situazione ha determinato una serie di conseguenze dal traffico al sito, letteralmente preso d’assalto al punto da non consentire a tutti i clienti di poter accedere simultaneamente, fino alla evasione dell’ordine, i cui tempi si sono allungati per il grande volume che si è scaricato sulla Supply Chain. Pensiamo tuttavia che le soluzioni che stiamo pensando per rafforzare la nostra offerta nell’e-commerce siano strategicamente importanti perché prevediamo un’incidenza del 5% sul totale del giro d’affari della Gdo nei prossimi 3-5 anni e un ruolo rilevante che avrà nelle grandi città dove rappresenta una soluzione di valore per la spesa”.

Fonte: repubblica.it

Leave A Reply

Vuoi diventare socio

di Retail Institute Italy?