Coronavirus, come la moda può (e deve) ripartire

Si è detto in questi giorni che più di ogni altra cosa, per dare misura di quello che sta succedendo servono i numeri. E i numeri sono chiari: giovedì 12 marzo si sono registrati 8 nuovi casi di Covid-19 in Cina (il dato giornaliero più basso mai registrato da quando a gennaio è iniziata la segnalazione nazionale), mentre in Italia nello stesso giorno sono 189.

E ci vorrà del tempo per vedere anche i nostri numeri calare, come ha riferito il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella conferenza stampa dell’11 marzo, «è importante essere consapevoli che abbiamo cominciato da poco a cambiare le nostre abitudini, l’effetto di questo nostro grande sforzo potremo vederlo solo tra poche settimane, un paio di settimane».

Ma da come la Cina ha reagito all’emergenza si può apprendere qualcosa per fronteggiare la crisi: può e lo farà l’industria italiana della moda, con il Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, Carlo Capasa, in prima linea per pensare al “dopo isolamento”.

Il settore moda italiano in questo momento vive problematiche su diversi fronti: da una parte il calo di produzione, dall’altra quello della domanda. Con i negozi di beni non indispensabili chiusi definitivamente – in seguito al decreto annunciato l’11 marzo, che impone l’apertura in tutta Italia dei soli rivenditori di beni di prima necessità, come farmacie e alimentari – fino al prossimo 3 aprile lo shopping subisce un’evidente e necessaria frenata.

«Quello che preoccupa è certamente il calo della domanda: la chiusura di tutto il retail riduce la domanda e questo è fonte di preoccupazione» spiega Capasa «Tuttavia in Cina, dove sono state imposte norme molto severe che hanno dato prova della loro efficacia, alcune zone stanno pian piano già tornando alla normalità. Abbiamo osservato come ci sia anche una propensione all’acquisto che fa sì che si riescano a recuperare velocemente le performance dei negozi. Quello che sta accendendo lì dimostra che il consumo riprenderà. Ora è necessario fare il massimo, seguendo tutte le normative in modo da far si che la situazione possa tornare alla sua normalità nel minor tempo possibile. Pertanto ognuno deve fare la sua parte, non uscendo di casa e limitare i contatti affinché si possa tornare a crescere il prima possibile».

E il “modello-Cina” si traduce in rispetto delle regole e in sperimentazione. I grandi retailer online – TMall (di proprietà di Alibaba), Secoo e JD.com – inaugurano il live streaming con i brand del lusso che rivendono sulle loro piattaforme: nei negozi chiusi al pubblico i venditori si trasformano in assistenti virtuali, per uno shopping online che si trasforma in un’esperienza articolata e su misura.

Una pratica che potrebbe essere applicata anche ai retail italiani, che ora si trovano con la merce primavera estate 2020 in negozio (e online) e che hanno effettuato gli acquisti delle pre-collezioni per l’autunno 2020, delle mail autunno inverno 2020/2021 ma non quelli delle sfilate, la cui vendita in showroom si sarebbe svolta proprio in questi giorni. «Sicuramente c’è stata una diminuzione degli ordini, soprattutto per quanto riguarda i piccoli e medi brand. Fortunatamente la maggior parte delle vendite avvengono nel periodo di novembre per le pre-collezioni e tra gennaio e febbraio per quanto riguarda le main collection. E’ mancata l’ultima parte di vendita che comunque ha un peso nel business limitato» spiega Capasa.

In attesa di capire se le proposte di interventi di aiuto al sistema della moda fatte dalla Camera della Moda saranno accolte dal governo (venerdì 14 marzo il governo annuncia i provvedimenti economici), è chiaro che sono proprio i rivenditori a dover trovare un modo per arginare la diminuzione degli acquisti.

La stragrande maggioranza degli eventi del settore previsti per la primavera sono stati cancellati o rimandati. Hanno cancellato le sfilate Cruise 2021 Prada (prevista a Tokyo il 21 maggio), Gucci (a San Francisco il 18 maggio), Versace (a New York il 16 maggio), Max Mara (a San Pietroburgo il 25 maggio), Hermès (a Londra il 28 aprile), Alberta Ferretti (a Rimini il 22 maggio). Stop anche all’evento speciale di Ralph Lauren e a tutto il calendario di Giorgio Armani, che aveva già sfilata a porte chiuse alla Milano Fashion Week autunno inverno 2020/2021 e rimanda la sfilata Cruise 2021, la riapertura della boutique nel Dubai Mall, e i festeggiamenti per i dieci anni dell’Armani Hotel previsti il 19 e il 20 aprile a Dubai.

Fonte: iodonna.it

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